“Jimmy Fontana, ex del Toro, tuttora tifoso sfegatato e agente. A Palermo c’è da tremare? «Beh, visto il momento, con i rosanero e poi con il Carpi sarà difficile perché i punti peseranno di più. Guardando la classifica, è chiaro che la quota salvezza si abbassa quest’anno sotto i fatidici quaranta e sulla carta una decina da qui alla fine possono bastare per entrambe le squadre». > Quanto inciderà la testa? «Chiaro, l’aspetto psicologico conta e nessuno vorrà perdere. Poi, magari con il pari ci sarebbe tanto rammarico».
Fontana fan e Fontana che gestisce calciatori: come ha vissuto la sconfitta con il Chievo? «Ahi. E’ stato Birsa a segnare il rigore decisivo che è uno dei ragazzi che seguo… La sconfitta mi… rodeva. Ma chiaramente ero contento per Valter che tra l’altro al Toro, pur restandoci poco, ha lasciato un bel ricordo, anche per i rapporti instaurati. Gli ho detto: va bene, hai i bonus da raggiungere, ma potevi centrarli contro altri avversari… Ci siamo fatti una risata».
Il mercato di gennaio quanto incide? «Alla fine, è arrivato Immobile come titolare. Credo abbia portato una ventata di freschezza di cui si sentiva la necessità, ma certo non può risolvere sempre lui le gare o cambiare gli equilibri da solo. «Fossi calciatore ci andrei di corsa: il Toro è una grande del calcio italiano. La pressione si accetta: bello che non ci si accontenti» E a questo Toro manca qualche risultato».
Giampiero Ventura parla di pressioni della piazza che i giovani possono soffrire e chiede tempo. «Baselli, Zappacosta e Belotti sono ottimi investimenti e magari in questa situazione non riescono ad esprimersi al cento per cento. Ma chi viene a Torino deve sapere che qui è diverso. La famosa piazza ti può dare tanto quando le cose vanno bene e logicamente chiede di più quando non arrivano punti. E ai tifosi non puoi dire nulla, sostengono la squadra dal primo all’ultimo minuto. Ventura sa bene che al Toro non si può vivacchiare e quando accetti il Toro, parlo anche da operatore di mercato, accetti i pro e i contro, sapendo che tra i pro c’è una certa ambizione. Torino fa il curriculum che in tanti sognerebbero di avere. Magari adesso non è un top club da prime cinque posizioni, ma subito dietro può starci. Io fossi di nuovo calciatore ci andrei di corsa a vestire la maglia granata: il Toro è una grande del calcio italiano, con la sua storia, con il presente e il futuro. La pressione? Si accetta, perché alla fine è una sfida in più ed è bello che qui nessuno si accontenti di galleggiare. Al Toro non puoi partire con l’obiettivo della salvezza. E’ logico salvarsi, ma inizi pensando di raggiungere qualcosa di importante. Le critiche possono arrivare, anche queste sono parte del gioco».
Ventura può portare ancora tanto al Toro? «Intanto, ha dato un’identità alla squadra. Io, tra dirigenti e allenatori, non so quanti ne ho cambiati nella mia vita granata… Non so se il ciclo di Ventura sia finito, so che ha esperienza per poter cambiare certe cose. Alla fine, però, vanno analizzate le due parti della stagione: una alla grande e una da preoccuparsi. Se entri nel vortice crei pressione. E questa rosa del Toro non vale questa classifica, anche se per i bilanci bisogna aspettare fine anno. Il calcio ha abituato a colpi di coda incredibili e mi auguro ci sia quello granata, così come non credo a fortuna e sfortuna. Nelle dinamiche pallonare interferiscono tante componenti: qualche risultato in più avrebbe regalato maggiori certezze. Prendiamo Padelli: è un buon portiere, degno, e lo dico da collega. Ha attraversato un momento no e si è ripreso. Purtroppo però era anche il momento no della squadra, questo per dire che nella crisi sono stati coinvolti tutti. Come hanno reagito i giovani? Di solito o non ci pensano e giocano liberi, o si soffermano e vivono male la pressione, e implodono. E i veterani si ritrovano addosso la responsabilità».
Belotti, maggior investimento dell’era Cairo, torna a Palermo da nemico. Lei conosce l’ambiente: come vivrà questa sfida? «Intanto, parlando da agente, se potessi scegliere uno da prendere, opterei per il Gallo per l’età e i margini di miglioramento. So che è legato alla città, la sua ragazza è palermitana, e il pubblico credo lo accoglierà bene: ha dato tanto. Certo non mancherà l’emozione…».
L’assenza del gol Maxi… pesa? «Diciamo che sulla sua forma fisica di Maxi Lopez un po’ si è ricamato. Per come gioca, e tiene alta la squadra, e se poi la butta dentro, puoi anche chiudere un occhio su due o tre chili in più. Il fatto è che può e dovrebbe giocare di più. L’allenatore lo vede tutti i giorni, quindi sa valutare meglio. Magari il momento così ha impedito che potesse “allenarsi” stando sempre in campo. Ma quella è la soluzione»”. Questa l’intervista di Jimmy Alberto Fontana riportata oggi da “Tuttosport”.