L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul ricordo di Totò Schillaci e i funerali tenutisi ieri in Cattedrale.
Alle 11:25, il feretro di Totò Schillaci ha fatto il suo ingresso sul sagrato della Cattedrale di Palermo, dopo un passaggio emozionante al quartiere Cep, dove era cresciuto. Commozione, lacrime, cori da stadio e lunghissimi applausi hanno accompagnato l’ultimo saluto all’eroe delle Notti Magiche, scomparso a 59 anni a causa di un cancro al colon. Migliaia di persone si sono radunate per omaggiarlo, con centinaia di persone già presenti al Cep, dove Schillaci aveva mosso i primi passi nel mondo del calcio. Dopo il saluto al quartiere e al centro sportivo Ribolla, creato da Totò, il carro funebre è arrivato alla Cattedrale, accolto dagli ultras del Palermo con uno striscione che recitava: “Ciao Totò Figlio di Palermo”.
Il feretro è stato scortato all’interno della Cattedrale, adornato con la maglia numero 19 dell’Italia, quella del Palermo e del Messina, insieme alle sciarpe delle squadre siciliane e della Juventus. Tra i presenti, il nipote Francesco Di Mariano, giocatore del Palermo, e tutta la famiglia di Schillaci, inclusi il padre Mimmo, i fratelli Giuseppe e Rosalia, e i figli Jessica, Mattia e Nicole.
L’evento è stato caratterizzato da momenti di intensa commozione, con gli ex compagni di Schillaci, come Beppe Bergomi, Gigi De Agostini e Giuseppe Giannini, presenti per omaggiare l’amico e campione. Anche il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, e l’ex presidente Antonio Matarrese hanno preso parte alla cerimonia. Le istituzioni locali, rappresentate dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla e dall’assessore regionale Edy Tamajo, hanno assistito alla funzione, così come la dirigenza del Palermo con il presidente Dario Mirri, l’ad Giovanni Gardini, il ds Morgan De Sanctis e il vice Giulio Migliaccio, oltre ai giocatori Matteo Brunori e Jacopo Segre.
Durante la funzione, l’arcivescovo Corrado Lorefice ha paragonato Schillaci a Pino Puglisi, ricordando come Totò abbia continuato a donarsi agli altri anche dopo la carriera, facendo sì che i giovani avessero la possibilità di una vita migliore. L’omelia di padre Filippo Sarullo ha ulteriormente toccato i presenti: «Ti sei trovato davanti a una porta, ma non quella di un campo di calcio, bensì la Porta della misericordia, che ti ha convocato per la partita che non avrà mai fine, nella squadra più bella del mondo, chiamata Paradiso».
Dopo la benedizione, il feretro è stato accolto nuovamente all’esterno da un lungo applauso e dai cori degli ultras. Intorno alle 13, il carro funebre ha lasciato la Cattedrale per dirigersi verso il cimitero dei Rotoli, dove Totò è stato cremato. Palermo perde così un figlio illustre, ma guadagna un angelo che, da ieri, la protegge dall’alto.