“In questi mesi di “pane duro” c’è un giochino che va di moda tra i tifosi del Palermo: elencare tutti i grandi calciatori – e sono tanti – che hanno vestito la maglia rosanero durante la presidenza di Maurizio Zamparini. Da Toni a Barzagli, da Zaccardo a Grosso a Barone (cinque futuri campioni del Mondo), da Sirigu, Mauri a Pastore, da Cavani a Hernandez, Vazquez fino, ultima perla, al “picciriddu” Dybala. E poi allenatori – facile: una specialità della casa – e dirigenti come Rino Foschi, Giorgio Perinetti e Walter Sabatini che proprio nel capoluogo siciliano ha messo dispiegato tutte le sue potenzialità di scopritore di talenti e intenditore di calcio. E insomma, alla fine del giochino riassuntivo prevale l’amarezza per quel che è stato e che non è più con, ovviamente, annesso risentimento per Zamparini. Il quale non è ricordato come colui che il Palermo l’ha riportato all’onore del mondo, bensì come colui che quel livello non ha saputo mantenere. Dinamica classica, e si era illuso Zamparini se davvero pensava che le glorie passate ne tutelassero l’immagine negli stenti presenti. La sua colpa, invece, è quella di aver trascinato la situazione quando evidentemente non era più in grado di mantenere quel tenore di classifica o, almeno, di avvicinarvisi. Il Palermo, adesso, è un club in difficoltà finanziarie, prima ancora che tecniche, su cui pesano la stanchezza fisica e le dinamiche economiche dell’intero gruppo a cui Zamparini fa capo. Non è un caso che lui per primo abbia chiarito come i nuovi proprietari saranno partner anche nelle altre attività del suo gruppo. Un’operazione, insomma, che non rifinanzia solo il Palermo… Al di là degli sviluppi, in ogni caso questa svolta rappresenta davvero la fine di un’epoca non solo per il Palermo, ma per l’intero calcio italiano. Dopo Moratti e Berlusconi se ne va un’altra figura storica e la necessità di adeguare, a tutti i livelli, il nostro movimento alla globalizzazione è sempre più impellente.”. Questo quanto si legge su “Tuttosport”.