SERIE B

Tuttosport: “Sassuolo, Mulattieri: «In B tanti attaccanti forti. Noi favoriti? Ci aspettano tutti al varco»”

L’edizione odierna di Tuttosport riporta una lunga intervista a Samuele Mulattieri il quale ha toccato vari temi parlando anche del mercato di serie B.

La filosofia è quella dell’umiltà e dello step by step, la stessa che portò il Frosinone di Fabio Grosso e Samuele Mulattieri, due anni fa, a trionfare in Serie B. Oggi, il Sassuolo dell’allenatore ex Frosinone è chiamato a ripetere quell’impresa. Fabio Grosso, l’uomo dell’ultimo rigore dell’Italia Mondiale del 2006, si ritrova – per uno di quei giochi del destino – al centro dell’attacco ancora l’attaccante classe 2000, che in quell’annata in Ciociaria segnò 12 gol, il suo top in carriera. Dopo averlo visto sbocciare a Frosinone, il Sassuolo decise di puntare su questo artista del gol. Nel ritiro di Ronzone, Mulattieri corre, sgobba, suda e fatica per farsi trovare tirato a lucido ai nastri di partenza di un campionato dove è atteso come uno dei top player della categoria. Nei momenti di relax, coltiva l’hobby del piano. Se passi sotto la sua stanza, puoi sentire le note del “Chiaro di Luna” di Beethoven, il suo preferito, che vuole inserire nel repertorio personale.

Perché preferisce che non si parli del suo passatempo?

«Ormai me lo chiedono in continuazione nelle interviste, ma io sono un calciatore, sono focalizzato sul mio lavoro e voglio parlare di calcio».

Come pensate di dimenticare una retrocessione dolorosa come quella subita con il Sassuolo ed entrare velocemente nel mood della Serie B?

«Semplicemente non pensandoci più. Certo ci ha fatto male, ma che senso ha riparlarne? La Serie B non perdona se non ti sintonizzi subito su quello che ti chiede».

Qual è il segreto visto che lei e Grosso l’avete vinta solo due anni fa?

«Con noi c’erano anche Boloca e Turati e ora siamo tutti insieme qui a Sassuolo. Giocavamo un bel calcio, un 4-3-3 d’ampiezza sugli esterni, nel quale io mi sono trovato benissimo andando per la prima volta in carriera in doppia cifra. Quest’anno in tanti ci diranno che siamo forti, ci daranno l’etichetta di favoriti, ma è normale perché scendiamo dalla Serie A. Non deve diventare un peso o un assillo. Ci aspettano al varco, ma sappiamo qual è la nostra mentalità e la seguiremo».

Suona il piano, parla bene l’inglese, a 23 anni ha già provato anche un’esperienza all’estero, da anni la definiscono un numero 10 che gioca da 9: chi è esattamente Samuele Mulattieri?

«L’anno in Olanda mi ha cambiato le prospettive. Wim Jonk (ex Inter, ndr) al Volendam ha lavorato tanto sui miei movimenti da prima punta, con lui ho modificato il modo di stare in campo e ho trovato il ruolo di centravanti dopo che nella Primavera dell’Inter ero più una seconda punta. Fu lui, allievo del calcio di Johan Cruijff, ad avere l’intuizione su di me».

Grosso invece cosa le chiede?

«Energia, entusiasmo, voglia di fare le cose al meglio. Mi piace giocare centravanti, svariare, non so se possiedo davvero le skills da numero 10, di sicuro tendo ad allargarmi, ad attaccare la profondità, ma mi piace anche venire incontro al pallone. Ogni anno cerco di mettere qualcosa di nuovo nel mio bagaglio, provo piacere anche nel fare assist»

Cosa stava facendo quando il suo allenatore segnava il rigore decisivo contro la Francia 18 anni fa?

«Non avevo ancora compiuto 6 anni, ma ricordo che quel giorno mi svegliai con la febbre, non stavo bene. Rimasi comunque sveglio fino alla fine della partita e poi corsi in strada a festeggiare insieme agli altri. Scottavo, ma feci finta di nulla».

Da spezzino quest’anno affronterà lo Spezia da avversario: cosa proverà?

«Al Picco sono stato tante volte da tifoso. Sono cresciuto in quella squadra, ma le tre presenze che feci con la prima squadra furono in trasferta, mai in casa. Sarà un’emozione forte. Sono orgoglioso delle mie origini».

In Serie B anche quest’anno ci sono tanti attaccanti forti: Coda, Brunori, Borrelli, Pedro Mendes e altri ancora si piazzeranno a breve come Tutino, forse Lapadula. Lei si ispira a qualcuno?

«Coda è un’istituzione, con Borrelli ho giocato a Frosinone, ma non ne voglio indicare uno più di altri. Ce ne sono tanti e sono tutti forti»

In azzurro ha giocato nell’Under 18, 19 e 21. Quanto crede all’approdo in Nazionale maggiore in un momento nel quale si cercano disperatamente dei centravanti per il gruppo di Spalletti?

«Io sono prima di tutto un tifoso dell’Italia. Non mi perdo una partita. Sono certo che torneremo in alto. Chi non vorrebbe indossare un giorno quella maglia? Ma non sono nessuno per avanzare a parole la mia candidatura. Punto a fare il meglio quest’anno con il Sassuolo. Sarà una stagione molto stimolante. Da affrontare con umiltà e step by step”. Come due anni fa a Frosinone…»

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Redazione Ilovepalermocalcio