“Il Torino che domani sera chiuderà l’ottavo turno in casa del Palermo dovrà aprire un nuovo corso granata. Quale? Quello di una formazione in grado di fare gioco e soprattutto la partita, anche contro una squadra, sulla carta, più debole. Già, perché sinora, nelle partite in cui la bilancia pendeva dalla parte dei granata, risultati e performance non sono stati all’altezza di altre gare in cui, contro avversari decisamente più forti, la formazione di Mihajlovic ha invece saputo approfittare di situazioni tattiche evidentemente differenti. E allora, volendo escludere la partita del pari per 0-0 di Pescara, per via delle espulsioni di Acquah e Vives che avevano condizionato il match, restano le prestazioni opache disputate a Bergamo, con relativo ko, e in casa con l’Empoli, pari senza reti, anche se mancava un centravanti vero, con Boyé prestato nel ruolo di prima punta. Per cementare ulteriormente il gruppo, fedele alla sua filosofia del “comunismo” granata, Mister Miha ha voluto organizzare l’altra sera una cena al ristorante Lentini con tutta la squadra e il suo staff. Dove tra una burratina di Putignano e un filetto di angus ha ribadito ai ragazzi la delicatezza e l’importanza del match di Palermo, bivio dove svoltare per la strada che può portare verso l’Europa. Un discorso chiaro, forse arrivato anche alle orecchie dello juventino Dani Alves, seduto con la sua compagna a un tavolo poco più in là.
La grande novità La sensazione è che anche domani, contro il Palermo di De Zerbi, debba toccare al Torino cercare di prendere in mano le redini del gioco. La speranza di Mister Miha è che i sistemi studiati in settimana per innescare e produrre pericoli, garantiscano al Torino una intensità d’attacco significativa. In realtà rispetto alle sfide con Atalanta ed Empoli il serbo potrà contare su un uomo che potrebbe rivelarsi decisivo. Chi? Adem Ljajic, finalmente pronto a essere titolare (non accade dalla seconda giornata per Torino-Bologna), utilissimo con la sua tecnica e quindi i suoi dribbling per scardinare e superare eventuali Linee Maginot. Tra l’altro la mezzora scarsa giocata dall’attaccante serbo nell’ultima parte della sfida vinta contro la Fiorentina fa ben sperare la tifoseria. L’eclettico attaccante torinista ha offerto il meglio del proprio repertorio, sfiorando anche il gol. Ma ciò che ha colpito è stata la determinazione e la grinta con cui ha saputo entrare subito in partita. Del resto con un Boyé così “pesante” per l’economia del Torino, utile non soltanto in fase di rifinitura ma anche di pressing e quindi protezione del centrocampo, lo stesso Ljajic è costretto a dare il meglio di sè per continuare a fare la differenza anche rispetto al collega argentino. Che a Palermo partirà ovviamente dalla panchina visto che il tridente vedrà a sinistra Ljajic, al centro dell’attacco Belotti e a destra il funambolo Iago Falque. Ancora una volta toccherà soprattutto a Valdifiori cercare di accendere i tre attaccanti con verticalizzazioni veloci ed efficaci, in modo da non consentire alla retroguardia avversaria di ripiazzarsi e poter prendere le contromisure. Contro avversari prudenti e chiusi occorre anche e soprattutto la fantasia per rompere l’equilibrio in campo. Ecco perché poter giocare con Ljajic, significa per Mihajlovic avere un jolly in grado di sparigliare le carte”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna di “Tuttosport”.