“Salvo subito!”. Prendendo in prestito e parafrasandouno slogan religioso, gridato in piazza San Pietro nel 2005 per reclamare la rapida canonizzazione di papa Giovanni Paolo II, Karol Wojtyla, si può fotografare l’impellenza della necessità granata di lasciare la palude della retrocessione in cui sono cominciati a finire gli zoccoli del Toro. Già, dalla zona melmosa e insidiosissima è meglio starci alla larga il prima possibile. Ed è proprio questa l’ultima missione di Ventura: “Toro, salvo subito!”. Il tecnico genovese, anche se sull’argomento ha sempre preferito glissare preferendo, di fatto, non sfiorarlo nemmeno, deve ora cercare di mettere la squadra al riparo il più in fretta possibile. E non solo per il fatto che, meno margine di manovra si ha davanti e più alto è il rischio di essere coinvolti in un incidente. Il problema, infatti, è legato anche alla programmazione, che fa rima forse non a caso anche con pianificazione. Già, il gruppo della prossima stagione giocoforza si comincia a delineare in questo periodo e le società che sono già riuscite a mettersi al sicuro possono gettare le basi per il futuro prossimo. Il Toro, al momento, a forza di perdere partite e quindi terreno rispetto a chi nel frattempo si è rimboccato le maniche cominciando a macinare punti su punti, sopperendo con la grinta e il carattere a oggettive lacune tecniche, non può essere sicuro di poter partecipare al prossimo campionato di serie A avendo soltanto cinque punti di vantaggio sulla terzultima, che in realtà sono due squadre appaiate, ovvero Palermo e Carpi, con il Frosinone dietro di appena un passo. E questo è un handicap non di poco conto. Non solo parole Anche e soprattutto per il fatto che in ballo, inutile far finta di nulla, resta il nome del tecnico che guiderà il Torino la prossima stagione. Questo perché nonostante il rinnovo di novembre con Ventura sino al 2018, ovvero per altri due campionati, e tutt’altro che scontato che resti. Anzi. Non pochi segnali, anche verbali, indicano il divorzio consensuale come una possibile via d’uscita da questo empasse in cui si è caduti. Già, perché il “giocattolo” essendosi di fatto rotto, non diverte più. Lo dicono i numeri e i risultati: appena due vittorie nelle ultime 16 partite! Solamente il Verona ha fatto peggio nelle ultime 24 giornate! Chiaro che questa situazione non è manco lontano parente di quella che si basava in inverno su presupposti completamente differenti e che portò al nuovo biennale. Non è un caso che ultimamente il nome di Ventura sia iniziato a circolare abbinato ad altre società, Cagliari e Palermo, in primis, per poi essere accostato anche a quello della Nazionale, ancora in cerca di un successore di Antonio Conte per il post Europeo ormai alle porte con l’arrivo dell’estate. E non è nemmeno un caso il fatto che sempre grazie ai rumors siano iniziati a circolare nomi nuovi per la panchina granata della prossima stagione. Con Ventura che soltanto con un significativo e improvviso cambio di marcia del Torino potrebbe ricucire con l’ambiente granata inteso a 360 gradi, ma tenuto conto del coefficiente di difficoltà delle ultime otto partite sembra altamente improbabile, domenica, per esempio, il Toro sarà al Meazza per affrontare l’Inter, si sono affacciati alla ribalta una serie di possibili sostituti. Al momento in pole position c’è Gian Piero Gasperini, che sicuramente lascerà il Genoa alla fine di questa annata e convince molto dal punto di vista del valore tecnico. Caso mai a lasciare un po’ di perplessità, è il possibile primo impatto con l’ambiente granata dopo i dissapori che ci sono stati in passato. Ma il rossoblù, che intriga pure il Cagliari, non è l’unico candidato a sostituire Ventura. In via Arcivescovado gode di stima anche Stefano Pioli, pure lui ormai alle ultime battute con l’attuale club, ovvero la Lazio. Sullo sfondo, ma il mercato, si sa, è in evoluzione continua, ecco i profili di Stellone e Corini, entrambi ex giocatori granata, con il secondo che già in passato era stato accostato al Torino. Al momento non si può andare oltre con i discorsi perché tutto è ovviamente subordinato al campionato in cui giocherà il Toro. Ed è anche e soprattutto per questa ragione che il Torino deve salvarsi il più presto possibile: per evitare di trovarsi in ritardo prima che la prossima annata sia già partita con il calcio mercato che, peraltro, sta già cominciando a prendere direzioni precise per quei club che possono avere le idee più chiare e quindi sono in grado di giocare d’anticipo”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna di “Tuttosport”.