Tuttosport: “Lo stadio mezzo pieno o mezzo vuoto? In Italia è caro biglietti”
“Intanto sgombriamo il campo da una banalità: non è vero che la gente non vada allo stadio perché il campionato è poco competitivo. La gente va allo stadio (quando ci va) per vedere vincere la propria squadra o, nel caso delle provinciali, per vederle giocare contro le big. Un esempio probante arriva proprio da questa ultima stagione in Serie A dove la Juventus, avviata verso un sesto scudetto mai messo seriamente in discussione, ha il record di occupazione media del proprio stadio (con il 95 per cento) ma oltre al Torino, per ovvie ragioni, anche Cagliari, Chievo, Crotone, Empoli, Fiorentina, Inter, Lazio, Milan, Palermo e Sassuolo hanno festeggiato infatti il record stagionale di spettatori quando hanno ospitato i bianconeri. Per contro, in Premier League, dove non c’è mai stata una stagione così scontata come questa con il Chelsea presto in fuga e irraggiungibile, l’affluenza media è la più alta d’Europa con uno strepitoso 95 per cento di riempimento degli stadi. Considerato che la Serie A è ferma al 57.5 per cento, superata anche dalla Ligue 1 francese è ormai ultima fra i grandi campionati Europei. Il problema dell’affluenza negli stadi, ovviamente, va ben al di là della competitività e deve essere ricondotto a quell’insieme di carenze che vanno dalle arretratezze strutturali (stadi vecchi e inospitali), infrastrutturali (un solo impianto, il Meazza, in Italia è raggiungibile in metropolitana), tecniche (la Premier e la Liga offrono indubbiamente campioni di maggior richiamo e, non per caso, la crescita francese è molto legata ai top player del Psg) e, infine ma non da ultimo, economiche. Non va dimenticato, infatti, che l’Italia è uno dei paesi dell’Unione Europea che maggiormente hanno avvertito gli effetti della crisi economica e che più faticano a uscirne. La capacità di spesa delle famiglie è drasticamente diminuita e il problema dei prezzi dei biglietti è segnalato dai tifosi come uno dei principali ostacoli alla fruizione del calcio “dal vivo”. Anche in questo caso, come in altri ambiti, la risposta dei nostri club è stata abbastanza lenta, per non dire nulla (con eccezioni sporadiche come l’Entella), al punto che non ci si è preoccupati di agire sulla politica dei prezzi infischiandosene di tribune vuote e desertificazione. Il modello, in questo caso, è la Bundesliga che incoraggia l’afflusso agli stadi con la politica dei prezzi e con il mantenimento, e in alcuni casi addirittura il ripristino delle zone in cui si può stare in piedi a prezzi stracciati. Il Borussia Dortmund è, da questo punto di vista, il modello più virtuoso sebbene, grazie anche alla potenza economica della Baviera, il Bayer riempia lo stadio da decenni. Anche in Premier c’è stata una scossa e i club hanno utilizzato i soldi dei diritti tv per abbassare i prezzi dei biglietti e per tacitare la rabbia dei tifosi dei ceti più popolari che protestavano per i prezzi troppo alti. Modifiche anche in Spagna (una delle leghe più care) perché la nuova riforma dei diritti tv impone, pena riduzione dei contributi, stadi pieni. IL PREZZO GIUSTO In Italia, invece, si procede in ordine sparso. Quando si procede. Qualcosa si comincia a muovere con una nuova forma di ticketing attraverso il “dynamic princing”, vale a dire un sistema che permette di calcolare il prezzo ottimale del biglietto a seconda dell’avvento, dell’affluenza e delle richieste. Già utilizzato nei maggiori campionati degli sport Usa, ora anche alcuni club della nostra Serie A si stanno interessando a queste piattaforme che tengono conto di molti fattori tra cui, per esempio, le condizioni meteorologiche. Federico Quarato, amministratore delegato di DynamicTrick, ha spiegato a “calcio&finanza” che «alcuni club italiani si stanno interessando alla nostra applicazione: il prezzo è una “leva” a disposizione per richiamare i tifosi in base al prodotto offerto. Negli Stati Uniti il successo è stato molto buono». A tutto questo, poi sarà il caso di cominciare a rivedere la politica della sicurezza e degli accessi: in nessun altro stato europeo esiste l’aberrazione dei tornelli, della tessera del tifoso o delle curve vuote: la responsabilità è individuale. Andare allo stadio deve essere meno caro, certamente sicuro, ma anche più semplice. Qualcosa, comunque, andrà fatto visto che nella top ten della scorsa stagione dei club che producono più ricavi dai biglietti non vi era nessuna squadra italiana. La Juventus si trova al 12° posto con un fatturato stimato pari a 51,4 milioni di euro mentre Roma, Inter e Milan erano tra la 15ª e la 20ª posizione”. Questo quanto riportato da “Tuttosport”.