“Saranno sette le squadre siciliane alla partenza dei campionati professionistici la prossima stagione, ma con un vuoto imbarazzante. Uno zero tondo tondo in Serie A, non avveniva dalla stagione 2003/04. E’ il risultato della retrocessione del Palermo, che scende in Serie B a riempire la casella lasciata vuota dal Trapani, che a sua volta si ritrova nella fu Lega Pro (dall’anno prossimo si chiamerà di nuovo Serie C), in compagnia di Akragas, Catania, Messina e Siracusa, che disputerà il derby con il ritrovato Leonzio, neopromosso dalla Serie D e tornato dopo il fallimento e la ripartenza dai Dilettanti. Un totale di sette squadre, un record quantitativo a livello di partecipazione, cui si contrappone però la qualità. CROLLO VERTICALE L’inabissamento siciliano nell’ultima stagione è stato impressionante. Il Palermo non ha tratto lezione dalla stagione 2015/16, con una salvezza arrivata sul filo di lana dopo aver portato ben sei allenatori in panchina. Quest’anno Maurizio Zamparini ha proseguito sulla linea di una gestione tecnica non lineare, con cinque allenatori differenti (per tacere dei direttori sportivi) cui ha affidato una squadra non competitiva: la caduta è stata la logica conseguenza. Un po’ meno logica è stata quella del Trapani, reduce dal massimo risultato sportivo ottenuto nel 2016. Ovvero: la finale playoff di Serie B, con la promozione sfuggita nel doppio confronto con il Pescara. La conferma di Serse Cosmi in panchina si è rivelata un’illusione. Un gruppo indebolito non ha saputo creare le basi di nuovo miracolo e neppure l’arrivo di Alessandro Calori l’ha risollevato da un destino di fondo classifica. CAMPIONI DEL MONDO Tredici anni dopo la Sicilia si ritrova senza Serie A, in quel campionato la squadra più a sud era la Reggina. Nel 2004 la doppia promozione di Palermo e Messina, nel 2006 il top: tra squadre al via, per l’arrivo del Catania. Dura una sola stagione, per la caduta del Messina. L’epopea del Catania prosegue fino al 2013/14, anno in cui si ritrova da solo dopo la retrocessione del Palermo. Nel 2014 il cambio: salgono i rosanero, scendono i rossoblù. Fino alla parola fine appena pronunciata. Anni belli, comunque. Il Palermo riesce a stabilizzarsi tra le grandi, arriva cinque volte in Europa, porta quattro giocatori sul tetto del mondo a Berlino nel 2006 (Barzagli, Zaccardo, Grosso e Barone). Il Catania si salva con tranquillità, con l’ottavo posto nel 2013 come migliore risultato e il lancio di allenatori. Tre nomi: Simeone, Montella e Mihajlovic. Il Messina debutta con un settimo posto e per altri due anni diverte i tifosi. TRE STORIE DIVERSE Tre storie, tre modi differenti di dire addio alla Serie A. Del Palermo abbiamo detto. Quando ti trovi a confrontarti con Zamparini, devi prendere il pacchetto intero. E nell’ultimo la sorpresa non è stata piacevole. Il Catania si è ritrovato sballottato tra gestioni societarie fallimentare (quella dell’epoca Cosentino), le difficoltà economiche del gruppo Pulvirenti (proprietario del club) e una retrocessione dalla B nel 2015 per illecito sportivo. Il Messina è passato dai fasti della famiglia Franza a una non ammissione in Serie B nel 2008, con ripartenza dalla D e un fallimento a stagione in corso. Piccoli accenni che fanno capire quanto sia difficile fare calcio in Sicilia. Ora si riparte dai grandi numeri, in attesa che torni anche la qualità”. Questo quanto riportato da “Tuttosport”.