
E pensare che all’inizio del 2025 rischiava seriamente il posto. Perché il Cesena appariva indebolito dal mercato di gennaio e le aspettative su Michele Mignani cominciavano a scricchiolare. Ma oggi, dopo una striscia positiva di sei partite con 12 punti conquistati, tutto è cambiato. Come scrive Gianluca Scaduto su Tuttosport, i romagnoli hanno ritrovato slancio e, da neopromossi, si stanno giocando con la Juve Stabia il titolo di miglior matricola della Serie B.
Alla ripresa del campionato, domenica 30 marzo alle 15, l’Orogel-Manuzzi ospiterà proprio Cesena–Juve Stabia, una sfida che dirà molto sulla zona playoff. Due outsider, due sorprese: la Juve Stabia è sesta con 43 punti, il Cesena settimo a quota 42. Nessuno a inizio stagione avrebbe scommesso su questo scenario.
Il paradosso post-sosta
C’è però un dato che Mignani dovrà affrontare: in stagione, il Cesena non ha mai vinto al rientro dalle pause per le nazionali. Un piccolo tabù da sfatare per dare continuità al percorso e mantenere vivo il sogno. Mignani, d’altronde, è uno di quegli allenatori che fanno parlare poco di sé, ma lavorano tanto. Genovese schivo, concreto, lontano dai riflettori.
Come ricorda Scaduto, la sua carriera è iniziata da calciatore nella Sampdoria dello Scudetto 1991, con un esordio in A che sembrava aprire le porte a un futuro brillante. Invece, la sua carriera si è sviluppata con dignità in provincia: Spal, Monza, Pistoiese, Lucchese, Siena, Castel di Sangro, Triestina, Grosseto e Poggibonsi. Una vita da viaggiatore del pallone, prima di passare in panchina.
La svolta tra Siena, Bari e Palermo
Da tecnico, la prima occasione importante arriva nel 2018, quando porta il Siena in finale playoff di C, poi persa contro il Cosenza. Ma la vera svolta arriva nel 2021: i De Laurentiis scommettono su di lui e Mignani li ripaga guidando il Bari alla promozione in Serie B, con una rosa meno attrezzata rispetto ai tentativi precedenti.
Il suo Bari, da neopromosso in B, sfiora la Serie A contendendo il secondo posto al Genoa. Ma la beffa arriva nella finale playoff contro il Cagliari di Ranieri, con il gol di Pavoletti al 94’ che infrange il sogno davanti a 60mila tifosi al San Nicola. Mignani viene poi esonerato, ma il club se ne pentirà: la squadra deraglia e si salva solo ai playout dopo quattro cambi in panchina.
Nel frattempo, ad aprile, Mignani sbarca a Palermo al posto di Corini. Fa il suo: porta i rosanero ai playoff, elimina la “sua” Samp nel preliminare, ma si arrende al Venezia.
La sfida Cesena e l’ombra di Genova
In estate arriva la chiamata del Cesena, non semplice da gestire dopo l’entusiasmo della promozione. Ma Mignani sta vincendo anche questa sfida, superando dubbi e difficoltà. Il tecnico ha un contratto biennale con il Cavalluccio, ma il suo nome potrebbe tornare attuale in chiave Sampdoria, dove il progetto di rifondazione è già avviato. Genova è la sua “Itaca”, la città lasciata 34 anni fa, ma che potrebbe tornare protagonista nel futuro dell’allenatore.
Oggi, però, c’è una sola missione: portare il Cesena in alto. Magari anche oltre ogni aspettativa.