Tuttosport: “La rivolta dei giovani in fuga fa felice un uomo: Mancini”
L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sui giovani in fuga.
Ricomincio dall’estero. Roberto Mancini non ha altra scelta. Per quanto possa far male, infatti, non possiamo continuare a illuderci: la Serie A non è da tempo il miglior campionato al mondo. Nemmeno il 2° e, forse, neanche il 3°. La miopia dei dirigenti nostrani ha infilato il nostro movimento nelle sabbie mobili. Salvo le rare e dolorose eccezioni – dolorose perché dimostrano che in Italia se ci si mette d’impegno le cose si possono fare e anche bene – i nostri stadi fanno letteralmente schifo. In giro per il mondo se ne sono accorti ed è per questa ragione che preferiscono dare di più per i diritti tv non solo alla Premier e alla Liga, ma anche alla Bundesliga, un campionato ostaggio della noiosa egemonia del Bayern che, però, è riuscita a evitare la fuga dei tifosi dagli stadi. Meno soldi, meno trofei, meno campioni.
Tutto secondo copione. Tranne un piccolo grande dettaglio: anche gli italiani cominciano a guardare ai campionati esteri sempre prima e sempre con maggiore interesse. Non si tratta più di fare un anno di Erasmus con l’obiettivo di tornare alla base e mettere in pratica quanto imparato fuori. Gianluca Scamacca, Lorenzo Lucca e Mattia Viti hanno deciso, sulle orme di Donnarumma, di andare a fare tutta l’università fuori, così come aveva fatto a suo tempo anche Verratti che, dopo essersi laureato, ha pure trovato lavoro ed è rimasto a Parigi. Per quanto riguarda, invece, altri due campioni d’Europa emigrati quest’estate, Insigne e Bernardeschi, il loro addio lascia un po’ d’amaro in bocca perché la sensazione è che avrebbero avuto ancora qualcosa da dare a una Serie A che non ha saputo leggere tra le linee della sentenza Bosman e, 37 anni dopo, è piena zeppa di bidoni, mezzi bidoni, bidonicchi e anche qualche quaquaraquà: sia italiano che straniero.