Tuttosport: “La Juve c’è (Però non si applica…). Quinta vittoria su sei e 1° posto puntellato. Ma serve di più sul piano del gioco: che fatica!”
“Si può discutere se sia sempre e comunque l’unica cosa che conta, come esige il precetto juventino, ma vincere quando fatichi, soffri, tiri l’anima coi denti resta inconfutabilmente un fattore fondamentale per vincere lo scudetto. La Juventus ha senza dubbio ancora dei problemi da risolvere e non sfrutta in pieno le sue enormi potenzialità tecniche, ma nel suo solido primato in classifica c’è tutta la differenza fra trovare la quadratura tattica vincendo cinque partite su sei e cercare se stessi infilando sconfitte e pareggini. Non è sottile come differenza, così come spessi sono i tre punti di Palermo, travagliati, sudatissimi e pescati con l’invenzione di un campione: altro elemento importante nell’analisi della partita. La lista dei giocatori che risolvono partite sigillate dal difensivismo estremo di certi avversari è stata allungata dal mercato estivo, questi tre punti ne sono un felice risultato. Non si tratta di ignorare la metà vuota del bicchiere di Allegri, quanto non dimenticare troppo facilmente la metà piena, annebbiati dalla bruttezza della partita di ieri pomeriggio. E’ un lungo decollo quello della nuova Juventus, una rincorsa scomposta come la goffaggine di certi elementi (vedi Asamoah), un rullaggio ondeggiante come il rendimento atletico di alcuni uomini chiave, non ancora al top, ma è ineluttabile l’aumento di quota, lieve ma progressivo. E’ difficile pensare che questa squadra non arrivi mai a volare con sicurezza, considerate le sue risorse. E se nel frattempo vince, si assottigliano ancora di più le speranze degli avversari. Cosa non va Certo, poi ci sono i problemi: il principale dei quali resta la difficoltà a mantenere un possesso palla decente quando la squadra è pressata alta. Come contro il Siviglia, anche al Barbera la Juventus ha commesso una quantità di errori inaccettabile per una squadra del suo rango. Come contro il Siviglia ha comunque creato una manciata di nitide occasioni da gol, sbagliandole (grossolano l’errore di Lemina nel primo tempo). Al contrario del Siviglia, la Juventus è riuscita a vincere pescando il tiro di Dani Alves da circa 25 metri, deviato in modo sciagurato da Goldaniga, che con il suo sprovveduto colpo di tacco ha definitivamente ingannato Posavec al 4′ minuto della ripresa. Da quel momento la partita si è leggermente ravvivata, i bianconeri hanno sfiorato il raddoppio due volte con Mandzukic, l’hanno realizzato con lo stesso centravanti croato (gol giustamente annullato per offside) e, nel finale, si sono pericolosamente schiacciati sulla loro linea difensiva, senza tuttavia correre un vero e proprio pericolo. La storia della partita, insomma, si riassume facilmente data l’esiguità di giocate o azioni interessanti, affogate nello stucchevole impasto di passaggi sbagliati, appoggi imprecisi, tocchi forzati. Barricata Il Palermo si è difeso bene, chiudendo gli spazi e ripartendo con cautela, senza scoprirsi mai. Un compito certamente facilitato dalla presenza dei due centravanti nella formazione bianconera: Higuain e Mandzukic hanno insistito nella stessa zona di campo, dando facili punti di riferimento e consentendo ai rosanero di mantenere la compattezza difensiva davanti all’area. Anche dopo l’inserimento di Cuadrado, subentrato all’infortunato Rugani, con conseguente cambio di sistema di gioco, la Juventus non ha allargato a sufficienza il fronte offensivo e ha acuito la nostalgia di Dybala, che con i suoi movimenti attira fuori sempre un paio di difensori fuori dalle linee prestabilite. L’esperimento è fallito, ma non va bocciato: Higuain e Mandzukic potrebbero all’occorrenza giocare insieme con altri presupposti e con compiti più differenziati, al momento forse è meglio abbinarli a Dybala, soprattutto perché il numero 21 bianconero va spesso a prendersi il pallone a centrocampo, offrendo un’alternativa in più al portatore, facilitando così il possesso e lo sviluppo dell’azione, ieri impantanato dalla singhiozzante vena di Pjanic e dalla strana apatia di Khedira, fra i quali si dimenava Lemina, volitivo ma ancora privo della statura tecnico-tattica per dettare il gioco della Juventus. Ma bacchettando il centrocampo e in generale la Juventus che soffre se pressata alta, non bisogna dimenticarsi che anche ieri sera Buffon non ha subito gol e, sostanzialmente, nemmeno grossi spaventi. Pure questo non è un dettaglio da poco, visto che è proprio così che si vincono i campionati italiani”. Questo quanto si legge su “Tuttosport”.