L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul futuro della Sampdoria.
La Figc è stata molto chiara col cda della Samp: la strada più semplice (e conveniente) per salvare il club è quella di mantenere in vita la società attuale. Nei giorni scorsi il board guidato dal presidente Marco Lanna a Roma ha sondato il terreno a Roma per capire se – anche attraverso la modifica delle norme federali Noif in relazione al nuovo codice della crisi d’impresa – esistano i presupposti per l’operazione promossa da Alessandro Barnaba. Com’è noto il finanziere del fondo Merlyn Partners, sostenuto dall’ex patron doriano Edoardo Garrone, vorrebbe salvaguardare il titolo sportivo dei blucerchiati passando però da una fase pre fallimentare senza pagare i 40 milioni dei concordati dei debiti extra calcio di Ferrero a cui la Samp è legata attraverso un trust.
L’operazione sarebbe possibile, ma con costi molto elevati. Anzitutto in caso di liquidazione non arriverebbe il paracadute dalla Lega per la retrocessione in B (circa 25 milioni) e non potrebbe subito essere utilizzato il nome Sampdoria, da riacquistare poi dal fallimento. Poi la nuova società dovrebbe prendersi carico dei debiti della società precedenti – escludendo quelli con banche, fornitori e agenti – per una cifra superiore ai 100 milioni. E ancora: la Figc richiede in questo caso al nuovo club il pagamento di 6 mensilità dei calciatori in organico e la successiva fideiussione a garanzia del pagamento degli stipendi da qui alla scadenza dei contratti (cifra variabile intorno ai 60/80 milioni in base agli scenari di mercato). Tutto questo mentre la Sampdoria attuale ha necessità di pagare la prossima rata delle scadenze fiscali (1,2 milioni) entro il 30 aprile. E poi ci sono gli stipendi – circa 15 milioni – di gennaio, febbraio e marzo da pagare ai giocatori entro il 30 maggio. Il braccio di ferro tra Ferrero e Garrone (attraverso Barnaba) non si è ancora chiuso. E intanto la Samp rischia la D.