“Archiviata la festa, dopo due giorni di riposo totale, la Juve di Max Allegri è tornata al lavoro. Davanti a sé ha altre tre partite di campionato da affrontare al meglio, per rispettare fino in fondo il quinto Scudetto consecutivo e per prepararsi senza alcun calo di tensione alla finale di Coppa Italia del 21 maggio”. Così l’edizione odierna di “TuttoSport” parla dell’attuale momento in casa bianconera. “Che nessuno quindi si aspetti dei regali fuori stagione al Carpi domenica, anche perché ci sarà un tricolore da onorare e sugellare davanti a tutti i tifosi dello Juventus Stadium in un clima di festa che i campioni d’Italia non hanno alcuna intenzione di rovinare. E se in campo dal primo minuto ci dovesse essere spazio, come sembra, anche per chi fin qui ha giocato meno, questo sarà semmai solamente un carico di motivazioni ulteriori: gente come Zaza e Morata in attacco, ad esempio, non può far presagire un pomeriggio tranquillo a Castori e tutto il suo Carpi. Tante feste Così, dopo l’esplosione di gioia di lunedì 25 aprile al gol di Radja Nainggolan che ha regalato il quinto Scudetto consecutivo, con la doppia festa tra Vinovo e il centro di Torino, ecco che domenica lo Stadium sarà addobbato per la seconda celebrazione da parte dei tifosi. Un piccolo-grande assaggio di quanto poi accadrà domenica 15 maggio al termine di Juventus-Sampdoria, con la consegna del trofeo alla squadra e l’ormai tradizionale celebrazione in pompa magna. Ancora da decidere in casa Juve se poi regalare a tutto il popolo bianconero anche la parata per le vie del centro con il pullman scoperto, considerando come l’intenzione unica sia quella di mantenere la spina attaccata in vista della finale di Coppa Italia da affrontare sei giorni dopo a Roma contro il Milan. Juve, col Carpi niente relax Dopo le esultanze a Vinovo e in piazza, domenica lo Stadium celebrerà lo scudetto I bianconeri vogliono contribuire al clima di gioia allungando la striscia di vittorie Possibile che Allegri conceda spazio a chi finora ha giocato meno, ma l’input è quello di mantenere alta la concentrazione fino alla fine Festa o no, la Juve non ha intenzione di allentare la presa. Un guerriero come Stephan Lichtsteiner non ha dubbi: «Siamo la Juventus, non molliamo niente. Abbiamo una Coppa Italia da vincere e tre partite da onorare. Questa è la filosofia che abbiamo seguito anche durante la rimonta: pensare a vincere partita dopo partita». Se lo svizzero guarda indietro, si riempie di orgoglio: «A ottobre è chiaro che qualche dubbio lo avevamo, dopo un inizio molto difficile. Ma poi ci siamo parlati, ci siamo ripresi, sapevamo di essere forti. A dicembre, guardando la classifica abbiamo capito che la vittoria finale era tornata possibile. In questi anni abbiamo vinto specialmente grazie a noi e ai nostri meriti, perché gli avversari ci sono sempre stati: penso al Milan il primo anno, alla Roma senza cui non avremmo fatto 102 punti e al Napoli, che questa stagione ci ha dato filo da torcere. Immagino che, nella prossima stagione, Roma e Napoli saranno ancora avversari importanti e aggiungo Milan e Inter, che si riprenderanno». Se infine Lichtsteiner guarda avanti, allora vuole tutto: «Abbiamo dimostrato con la finale dello scorso anno e con la prova con il Bayern che la Juve c’è anche in Champions. Credo che siamo pronti anche per vincere, ci vuole anche un po’ di fortuna e attenzione a tutti i dettagli, perché poi sono quelli che determinano le vittorie». Sturaro: «Che impresa!» Che in casa Juve la tensione rimanga alta, lo conferma anche Stefano Sturaro, ai microfoni di Jtv: «Abbiamo tre partite da onorare, sebbene siamo Campioni d’Italia, e soprattutto una finale di Coppa Italia da vincere». Un finale di stagione da vivere al massimo, che in ogni caso non cancellerà quanto fatto fin qui: «Una vittoria fantastica, quella che abbiamo conseguito. Tutti hanno potuto vedere come sia stata una vera impresa». Ricca di partite da ricordare: «Non ne sceglierei una, perché ce ne sono tante: penso al derby, al ritorno con il Manchester City in Champions, ma anche alla sconfitta con il Sassuolo o la vittoria in casa con il Napoli, mesi dopo»”.