Tuttosport: “Italia Caro biglietti, ma non solo. La dura vita del tifoso. E rinasce la Federazione”

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul caro biglietti in Italia.

E ai tifosi chi ci pensa? Chi ascolta i loro dispiaceri, le loro richieste, chi accoglie i desideri di chi certo chiede risultati e giocate spettacolari, ma prima di tutto chiede di poter assistere all’evento? La Fissc, Federazione Italiana Sostenitori Squadre Calcio, è nata a fine giugno. O, meglio, è rinata, come spiega il direttore Antonio Ricciato: «La prima volta fu creata nel 1970 e fino a qualche anno fa era regolarmente riconosciuta dalla Figc, al punto che potevamo essere uditori anche all’interno delle riunioni dell’Osservatorio del Viminale, quando vengono prese decisioni che interessano da vicino noi tifosi. Poi però qualcosa si è inceppato nel meccanismo, io stesso che ero vice presidente con delega all’Europa avevo deciso di abbandonare per una serie di circostanze che si erano venute a creare e non mi stavano più bene. Mi hanno chiesto di rientrare e mi hanno eletto presidente. C’è tanto da fare e ci siamo messi subito al lavoro». A dire la verità, Ricciato ha accettato “con riserva”: «Voglio capire se c’è davvero la volontà di mettere il tifoso di nuovo al centro del calcio. Ho al mio fianco degli amici che stimo e con i quali ci siamo posti degli obiettivi precisi. Sono uno che viene dal basso, conosco bene le dinamiche dei tifosi, faccio parte del Centro Coordinamento dei tifosi del Lecce, la mia squadra del cuore, ma qui siamo tutti uniti per il bene del calcio e di chi lo guarda».

Dalla D alla serie A hanno già aderito in parecchi: Lecce, Parma, Pistoiese, Ravenna, Monopoli, Salernitana, Frosinone, Latina, Ternana, Empoli, Pisa, Genoa, Cesena, Bologna, Bari, Cagliari, Spal, Vicenza, ma anche altre tifoserie hanno manifestato la voglia di unirsi a breve al progetto di Fissc. Il primo obiettivo è «tornare ad essere almeno uditori nelle riunioni dell’Osservatorio del Viminale. E poter avere un dialogo con la Figc. Siamo riusciti a metterci in contatto con il ministro dello Sport Andrea Abodi e ci ha promesso che si attiverà anche per fare da intermediario» svela Ricciato. Che denuncia vere e proprie «discriminazioni che a ogni partita vengo perpetrate ai danni dei tifosi non certo esagitati. Non può più esistere che in migliaia si debba rimanere chiusi dentro lo stadio nelle serali fino a mezzanotte, che a un bambino venga tolto il tappo della bottiglia della bibita, non ha senso far scendere dal pullman signori e signore di una certa età per poi perquisirli. Nemmeno gli ombrelli vengono più concessi e quando piove bisogna stare sotto l’acqua prendendosi un accidente.

Questo perché gli stadi in Italia sono spesso fatiscenti e chi ci rimette siamo noi tifosi».
Si apre quindi anche il capitolo del caro biglietti: «Poter assistere a un match, da posti che una volta venivano definiti popolari – continua Ricciato – a volte è impossibile per chi ha una famiglia e uno stipendio medio-basso». Non si può più tifare come una volta: «Basta con le trasferte vietate ai residenti, senza nemmeno andare a verificare di chi si tratta. È capitato che tifosi del Lecce residenti a Monza Brianza potessero entrare nel settore ospiti. Non parliamo poi di striscioni e bandiere: per portarli in uno stadio servono ormai procedimenti lunghissimi”. Il presidente della Federazione Italiana Sostenitori Squadre Calcio chiede che vengono presi a esempio alcuni modelli esteri: «In Inghilterra hanno risolto il problema con metodi molto duri. Non so se siano quelli giusti: in Germania le cose vanno molto meglio e non è che non ci siano regole, anzi». Viene chiesto insomma un ritorno al dialogo. Potere alla parola.