Tuttosport: “Il calcio contro i calciatori. Sotto accusa chi tradisce”
L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul caso scommesse e sui calciatori coinvolti.
«La gente mi dice: mi sento tradita e delusa. Cosa dire?». Già, cosa dire… Andrea Abodi, il Ministro dello Sport, ha messo a fuoco il problema. Vittime della nuova “Scommessopoli”, sono proprio i tifosi che popolano gli stadi (mai così pieni da decenni) e pagano abbonamenti alle pay tv. Chi ha infangato nuovamente il mondo calcio e (aggravante) indossa la maglia della Nazionale, ha precise responsabilità verso chi fruisce del prodotto, ovvero la gente. E la gravità di quanto sta accadendo – presto l’inchiesta portata avanti dalla Procura di Torino coinvolgerà almeno altri dieci giocatori – è ulteriore mazzata per la credibilità di un sistema che, oltre ad aver dovuto digerire l’eliminazione dalle ultime due edizioni del Mondiale, sta – a livello di Lega di Serie A – faticosamente trattando il rinnovo dei diritti tv. E un prodotto deteriorato dagli scandali, avvelenato dai processi e privato di alcuni attori protagonisti, non può che risultare impoverito se la prospettiva di quanto sta accadendo viene vista da chi dovrà investire sul calcio italiano. Argomento, che – inevitabilmente – sta molto a cuore ad Abodi. «L’impatto che può avere quanto sta accadendo in termini economici lo misureremo a breve perché si chiuderà la negoziazione sui diritti tv e vedremo. Questo shock deve darci stimoli giusto per rivedere tutto, non solo i comportamenti dei tesserati. Chi va allo stadio, lo fa perché crede che la partita inizi 0-0 e che i comportamenti degli attori in campo siano corretti».
Parole, quelle del Ministro dello Sport, che ben si sposano con il pensiero di Beppe Marotta: «Il calciatore professionista diventa ricco improvvisamente, il tempo che dedica all’attività agonistica non è poi così eccessivo, quindi ha tantissimi spazi vuoti da riempire nella sua giornata. Spesso in questi giocatori, che sono giovani, c’è mancanza di contenuti e di valori e quindi vanno aiutati a crescere», le considerazioni dell’ad nerazzurro al Festival dello Sport di Trento. «Ho assistito agli scandali del 1980 e nel 2023 si ripetono le stesse cose. Significa che, a fronte di un cambiamento generazionale, manca una matrice di prevenzione. Noi dirigenti, per questo, dobbiamo fare mea culpa perché questi ragazzi scivolano in situazioni che potrebbero causare loro, se non l’interruzione della carriera, sicuramente dei grandi danni». In tal senso, le posizioni dei tre giocatori a cui è stato notificato l’avviso di garanzia è molto diversa: Zaniolo e Tonali devono essere ancora interrogati, mentre Fagioli, patteggiando, ragiona già in termini dell’ottenimento di uno sconto di pena (Fabrizio Corona ha fatto il nome pure del romanista Zalewski a cui però non è arrivato nessun avviso di garanzia dal tribunale di Torino).
Tra le vittime di questo cataclisma c’è pure Luciano Spalletti che, dopo essere stato catapultato in Nazionale dal traumatico addio di Roberto Mancini, è stato testimone oculare del blitz della Guardia di Finanza a Coverciano: «I calciatori devono sapere che sono personaggi famosi e che ci sono altre tipologie e altre professioni dove si diventa altrettanto famosi andando a spiare, andando a osservare quello che sono i comportamenti dei personaggi famosi: sciacallare un po’ su quello che loro fanno per avere altra pubblicità – le parole del ct a RaiSport – Questo fa parte di avere delle conoscenze di quello che sei e in che contesto vivi. Perché se non ce la fai a essere una persona di valore, se non ce la fai a resistere a queste tentazioni, perlomeno devi usare il ragionamento, l’intelligenza di andare a sfogare queste tue necessità personali in qualcosa che non disturbi la tua professione, la tua possibilità di vivere una vita importante». A chiudere il cerchio, sempre al Festival dello Sport, Andrea Pirlo («Brutto vedere questi ragazzi, che fanno il lavoro più bello del mondo, buttarsi via così in queste piccolezze») e Angelo Di Livio: «Sono deluso da questa generazione: mi dispiace, ma questi ragazzi sono indifendibili. Non va assolutamente bene così: devono capire che sono professionisti, fanno uno sport meraviglioso e vengono pure pagati molto bene. Vedere la Digos entrare a Coverciano è stata un’immagine non bellissima che non ci possiamo permettere».