Tuttosport: “Ex rosa Dybala, un gol con il cuore. La squadra del suo paesino viene derubata, lui ricompra il materiale sparito”

“Paulo Dybala aveva appena vinto il suo primo scudetto e nella minuscola Laguna Larga, in Argentina, facevano festa perché era diventato campione d’Italia quello che considerano un loro figlio. Poche ore dopo la porta, già malconcia, del centro sportivo del club veniva scardinata e gli spogliatoi ripuliti di tutto quello che contenevano: magliette, tute, palloni, materiale tecnico. Una piccola grande disgrazia per una società ricca… soprattutto d’orgoglio per aver regalato al calcio un nuovo e scintillante gioiello come Dybala. La notizia non ha impiegato molto ad arrivare alle orecchie del campione bianconero, che tiene ancora stretti contatti con il paese dove suo nonno Boleslaw emigrò subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, lasciando Krasniow, piccolo centro a una settantina di chilometri da Cracovia, in Polonia. Dybala, due generazioni dopo, ha percorso la strada al contrario, lasciando il Sud America per cercare fortuna in Europa e c’è decisamente riuscito, ma senza mai dimenticarsi di quel puntino di partenza, dove tutto è iniziato, là nello spogliatoio violato dai rapinatori. Ha impiegato un paio d’ore per spedire i suoi scarpini firmati, che sono diventati il premio più ambito della lotteria organizzata per raccogliere fondi destinati a ricomprare il materiale rubato. E, cercando di non dare troppo nell’occhio, ha fatto avere in contanti quello che mancava per un completo risarcimento. Il tutto è stato celebrato martedì, quando il club ha festeggiato gli 86 anni di attività con una serata nel salone della sede, dove gli scarpini donati da Dybala luccicavano come ospiti d’onore. «Un grande gesto che ci ha commosso perché dimostra come un campione del calibro di Paulo non dimentica le sue origini e come la sua grandezza vada oltre a quello che riesce a fare sul campo», hanno commentato i media locali. Dybala da parte sua ha confidato che gli è sembrata la cosa più naturale, perché nessuno deve permettersi di derubare i bambini dei sogni: in quel piccolo spogliatoio lui ne ha fatti tanti e il primo lo ha appena realizzato in quello dello Stadium, più grande e bello, ma forse meno magico Perché Paulo Dybala non ha mai avuto dubbi: la sua vita sarebbe girata intorno a un pallone. Quello che suo papà Adolfo gli aveva messo davanti quando lui aveva due anni: «Ci sono delle foto a casa mia in Argentina nelle quali la palla è praticamente più grande di me. Ma io sono comunque lì che provo a calciarla». Ovviamente di sinistro. «Papà voleva che uno dei suoi tre figli diventasse calciatore. Era il suo più grande desiderio. Ma il primo, Gustavo, non aveva proprio talento, il secondo, Mariano, sì, ma gli mancava la voglia di correre: un magnifico trequartista, però da fermo. Poi sono arrivato io…». E purtroppo se ne andò suo papà. Adolfo muore quando Paulo ha quindici anni e gioca nell’Istituto Cordoba, club scelto dal padre dopo aver rifiutato l’offerta del Newell’s Old Boys, che avevano selezionato il figlio nelle giovanili del Laguna Larga, ma erano troppo lontani secondo il genitore. E così l’adolescente Paulo va a vivere nel pensionato dell’Istituo Cordoba, non avendo più chi lo accompagna avanti e indietro da Laguna Larga per gli allenamenti e le partite. Da quel momento la storia diventa cronaca, perché a diciassette anni Dybala esordisce nella Serie B argentina, viene notato da Luca Cattani, allora al Palermo. E il resto, il resto si sa. Finale da favola Meno noto, magari, è il legame di Dybala per il suo paesino, dove conserva amici e parenti e dove torna sempre appena può. «Mi sento argentino, anche se ho origini polacche e italiane. Potevo anche giocare per la nazionale azzurra, ma non sarebbe stato rispettoso innanzitutto per voi italiani, perché l’avrei fatto solo per mero interesse visto che nel mio cuore mi sento albiceleste. E nella parte più profonda del cuore mi sento di Cordoba», ovvero la regione dove si trova Laguna Larga e lo spogliatoio che da qualche giorno è tornato a essere abitato da bambini, adulti, sogni e palloni, nuovi e lucidi come gli scarpini di Dybala che, nel rispetto del contorno fiabesco della storia, sono stati vinti, dopo il sorteggio della grande lotteria del club, da due fratelli che vorrebbero diventare come lui. Gemellaggio «E’ stata una serata magnifica», scrive il foglio locale: «E’ stata celebrata la storia della polisportiva Laguna Larga. Ogni campione delle singole specialità è stato onorato con un video che lo mostrava in azione, ma ovviamente il momento più commovente è stato quando sono passate le immagini di Paulo Dybala con il suo passato e il suo presente, accolto con una vera ovazione da parte dei soci del club». Insomma, nel cuore dell’Argentina c’è un nuovo piccolo Juventus Club, mentre in Italia fra i tanti nuovi innamorati di Dybala c’è sicuramente chi inizierà a seguire il Laguna Larga con simpatia, spinti dal carisma genuino del nuovo giovane idolo bianconero. Un campione che è venuto per sostituire Tevez, ma che sta entrando nella scia di Alessandro Del Piero, con il quale inizia a condividere non solo il talento strepitoso, ma anche l’umanità fuori dal campo che distingue un grande calciatore da un autentico campione”Tuttosport ex rosa Dybala, un gol con il cuore La squadra del suo paesino viene derubata, lui ricompra il materiale sparito. Questo quanto scrive l’edizione odierna di “Tuttosport”.