Tuttosport: “Diritti Tv: più vinci, piu guadagni. Ecco le partite più viste della stagione e ricavi societari. Il Palermo…”
“Una buona norma per evitare di rischiare la faziosità o la palude del luogocomunismo, è senz’altro quella di non respingere i dati di un’analisi “solo” perché non piace ciò che i dati stessi raccontano. Il caso specifico è relativo alla ridistribuzione dei diritti tv: la vulgata sostiene che in Italia sia in iniqua mentre i numeri, questi impertinenti, dimostrano come si stia in un “range” piuttosto aderente alle realtà. E che anzi, udite udite, siano addirittura le grandi squadre ad avere lasciato qualcosa sul terreno rispetto alle medio-piccole. Una realtà sintetizzata dalla tabella qui a fianco: l’analisi comparativa del apporto tra spettatori (e dunque ricchezza prodotta) e ricavi incassati dai diritti penalizza Juventus e, ancor più, Napoli, Milan, Roma e Inter mentre avvantaggia, per esempio, il Torino, terzo come “guadagno” dopo l’Udinese e il “defunto” Parma. Dati che risulterebbero ancor più macroscopici se li rapportassimo all’ultima giornata del campionato attuale, con la Juventus che registrerebbe un -1,48 % rispetto alle risorse prodotte in termini di audience e il Torino un più 1,55 %. E’, quello della società di Cairo, il vantaggio maggiore mentre la perdita più grande andrebbe ascritta all’Inter che registra un – 3,06 per cento. Come dite? Che è possibile che a fine anno le cifre si allineino a quelle della scorsa stagione? Per nulla, perché purtroppo il trend degli spettatori di questa stagione è negativo sia dal punto di vista degli ascolti tv sia da quello delle presenze allo stadio. Intanto va sottolineato come le cosiddette “sette sorelle” (Juve, Inter, Milan, Napoli, Roma, Fiorentina e Lazio in ordine di audience) producano da sole ben il 61 % di tutti gli ascolti tv della Serie A. La seconda tabella in alto riassume partite più viste in tv (mancano ancora i dati relativi all’ultima giornata con Juventus-Napoli): tra le prime dieci vi sono solo gli incroci tra Juve, Inter, Milan, Napoli e Roma con due apparizioni di Fiorentina e Napoli contro, guarda un po’, la Juventus: i bianconeri sono protagonisti in sei delle prime dieci. Non va meglio per gli spettatori dal vivo: la percentuale di occupazioni stadi è del 57,5 per cento mentre in Premier League è al 95,7 %, in Bundesliga al 92,6 %, nella Liga spagnola al 68,3 e nella Ligue 1 francese al 66,68. Una Serie A, dunque, che viene perfino dopo la Francia, con il rischio che si deprezzi sempre di più anche a livello commerciale oltreché tecnico. Un dato ulteriore? Addirittura 41 gare sono sotto i 43 spettatori in tv, la media di tifosi “allo stadio” in Bundesliga. Così, se è sempre più evidente come sia controproducente trasmettere tutti gli eventi in tv e come sia sempre più urgente un lavoro sulle infrastrutture (Londra avrà tra breve 5 nuovi impianti con capienza superiore ai 50 mila posti), è altrettanto evidente come sia necessario lavorare sul “merito” per riequilibrare i diritti tv e per dare una scossa al campionato. La simulazione della distribuzione delle risorse (che pubblichiamo in alto) si discosta di pochissimo rispetto a quella della stagione precedenti. Ribadire che il sistema è cristallizzato senza le corrette letture dei dati è un esercizio di comodo e che fa comodo, perché l’analisi ribadisce che i “cavalli trainanti” del sistema sono quelle squadre che da sempre hanno investito e raccolto successi sportivi nel tempo. Per esempio: da una settimana, in Lega di A, si litiga sulla distribuzione dei 150 milioni in più del prossimo triennio. Sapete perché? Le medio piccole non vogliono che siano riassegnate sulla base del merito sportivo. Eppure sarebbe così semplice: più vinci, più guadagni. O no?”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna di “Tuttosport”. Di seguito alcune illustrazioni: