Tuttosport: “De Zerbi e la gestione fluida dello spazio. L’allenatore del Palermo punta su universalità e versatilità del collettivo”
“Roberto De Zerbi, talento incompiuto in campo, ha la giusta dose di antipatia e strafottenza per bruciare le tappe in panchina. Non accetta compromessi e non si limita a dare ordini ai giocatori, li vuole scegliere e plasmare, così da mettere in scena il gioco in cui crede. A Palermo, in pochissime settimane, ha conquistato la fiducia dello spogliatoio. I giocatori lo ascoltano come un profeta e lo seguono con applicazione totale in allenamento e in partita. Tutti lo paragonano a Zeman per essersi imposto a Foggia, nella patria calcistica del boemo e per avere adottato il 4-3-3 come sistema di riferimento. «Ma il mio modo di far giocare la squadra è molto diverso da quello di Zeman. Lui cerca immediate verticalizzazioni, invece io preferisco mantenere il possesso della palla e poi tentare l’imbucata per i tagli improvvisi degli attaccanti», ha spiegato tempo fa lo stesso De Zerbi. Probabilmente si ispira di più a Pasquale Marino che ebbe come tecnico proprio a Foggia e al quale continua a chiedere consigli. Il realtà il disegno tattico, nel concetto di De Zerbi, si plasma all’avversario nelle diverse situazioni di gioco. La sua squadra si orienta in campo non attraverso un modulo, ma della gestione fluida dello spazio. Universalità e versatilità del collettivo sono i due ingredienti base. Fase di Possesso Gli esterni difensivi e offensivi devono dare la massima ampiezza sull’inizio azione per allargare le maglie avversarie e trovare corridoi per la successiva giocata in verticale. I due centrali difensivi devono avere il coraggio di portare palla e sfidare gli avversari fino a costringerli ad una scelta. Se hanno possibilità possono tentare il lancio incrociato per l’esterno opposto e sbloccare la catena laterale. L’obiettivo finale non è l’uno contro uno, bensì il “due contro uno” creato con sovrapposizioni interne ed esterne. Fase di Transizione Al tecnico bresciano piace avere il possesso palla, però, al contempo, vuole una squadra pronta a sfruttare il recupero alto per improvvise accelerazioni. La continuità offensiva data dalla riconquista delle seconde palle e l’organizzazione delle marcature preventive sono le chiavi di congiunzione tra possesso e non possesso. Fase di non possesso Le sue squadre sono predisposte al sacrificio, tutti i giocatori sono coinvolti, anche gli attaccanti, nell’organizzazione difensiva. Seconda e terza linea difendendo “in avanti” riescono a sostenere e incentivare il pressing ultra-offensivo, trovandosi molto spesso ad aggredire nella trequarti avversaria. Persa palla, la ricerca della riconquista immediata è feroce. Tutti devono stringere in zona palla per togliere all’avversario ogni soluzione di uscita e ripartenza”. Questo quanto si legge su “Tuttosport” in merito alle strategie tattiche di Roberto De Zerbi.