Tuttosport: “Dani Alves ci ha preso gusto. Il leader che risolve problemi”
“Moviolisti e commentatori, alla fine, si “accapigliavano” sul fatto che si trattasse di un’autogol di Goldaniga, piuttosto che della seconda rete bianconera (o blu, a seconda dei casi) in quattro giorni, tra Cagliari e Palermo, per Dani Alves. Un bel “chissenefrega” ci sta a pennello: se colui che non doveva giocare lo fa e ti piazza un altro golletto, c’è soltanto da festeggiare, anche se si trattava di un innocuo cross diretto nel cuore dell’area mentre mercoledì la sua sassata con il destro era diretta in porta e aveva subito una deviazione. Quello era gol suo, personale, questo no, ma conta altro. Conta il fatto che il brasiliano abbia stupito ancora, alla sua maniera, pur senza giocare la partita più memorabile della sua carriera. Però tornare a fare il terzino di una difesa a quattro (dopo il cambio dell’infortunato Rugani) e con il tridente d’attacco, aggiungendo più modifiche tattiche in corso d’opera, è un ricordo che si fa forza, da Barcellona a Torino, dagli extraterrestri blaugrana al potentato juventino che non è insuperabile e vorrebbe tanto provare a diventarlo. 4-3-3 come in Catalogna: che sogno sarebbe giocare come quelli lì… Uno-due-tre ruoli Nella serata della prima rete al Cagliari, Dani Alves aveva fatto festa tirando i capelli al povero Rugani, pure lui a segno e “colpevole” di essere troppo giovane ed educato per potergli tener testa. A Palermo invece l’esultanza si è ridotta a qualche abbraccio, ma forse il terzino sudamericano dovrà rendere grazie anche al difensore lucchese. E’ un periodo in cui all’ipertatuato ex Barça sta andando tutto bene, tanto che Allegri può pure permettersi di provarlo in più ruoli. Dice di lui il tecnico: «E’ stato molto bravo a capire quando c’è da entrare in campo e quando stare largo. Non è un classico quinto di centrocampo, per come giochiamo noi: in quella posizione ha meno spunto. Però sa saltare l’uomo per creare gli uno-due, e poi gioca molto bene tecnicamente. A quattro sarebbe un po’ più a suo agio. Dopo l’ingresso di Cuadrado, ha fatto il terzo centrale, oltre alla mezz’ala: lì può giocare senza problemi». Del resto il “giovanotto”, a 33 anni, ha detto di aver scelto la Juventus per provare nuove sfide: il suo eclettismo tattico è un ingrediente basilare per continuare a divertirsi e a divertire. Quella preghiera E siccome nulla avviene per caso, Dani Alves – nelle ore precedenti la partita – aveva dato i consueti segnali di vita sui social, baricentro della passione popolare nei suoi confronti. Prima aveva allegato un’immagine con su scritto il seguente messaggio: «Più amore, più sorrisi, più abbracci, più sogni, più rispetto, più umiltà, più allegria, più musica e soprattutto più calcio». Poi ha rivolto una prece al suo protettore lassù: «Che Dio ci protegga e ci guidi in quest’altra sfida». Ecco, dall’alto il compito è stato portato a termine alla perfezione, mentre laggiù tra i comuni mortali il brasiliano sosteneva la truppa nonostante le provocazioni dei giocatori del Palermo e faticando a contenere attimi di vero nervosismo. In Italia è un altro calcio: l’ha capito subito, Dani, al secondo gol in cinque partite stagionali. Tra due giorni a Zagabria, in Champions League contro la Dinamo, toccherà ancora al brasiliano: Lichtsteiner, si sa, è fuori dalla lista Uefa e dovrà aspettare Empoli per rivedere la luce. Al momento è Dani Alves a risplendere di luce propria”. Questo quanto si legge su “Tuttosport”.