“Settantasette minuti in Serie A per recapitare un chiaro messaggio: nel campionato italiano ci può stare. Già, dopo il tuffo in campo in Coppa Italia, avversario il Pisa, Samuel Gustafson ha pure messo piede in Serie A, tra la prova interna contro il Pescara e il pareggio di Firenze. Tre gare che già consegnano un dato positivo: lo svedese preso dall’Hacken, dove in estate è andato l’ex granata Alexander Farnerud, non ha ancora conosciuto sconfitta, nel Torino. Un buon viatico per intraprendere un viaggio destinato ad aggiungere altre tappe alle tre già acquisite. Sta guadagnando stima nei confronti di Sinisa Mihajlovic, l’interno scandinavo che da quando è arrivato in Itala ha pure messo su chili. Cresce l’autostima, sviluppa il fisico e migliora le competenze tattiche: insomma il bilancio della prima stagione granata, dopo mesi di apprendistato nei quali pure si sarà dispiaciuto nel vedere gli altri giocare da fuori, inizia a tendere per il verso giusto. Sì, c’è anche voluto un Toro lontano da ambizioni e paure, per indurre il tecnico serbo a testare con meno ansie Gustafson così come Lukic. Da questo punto di vista, almeno, il distacco dalle prime posizioni ha sortito un effetto positivo: provare oggi lo svedese – e il serbo -, per capire se nella prossima stagione potranno evolvere da giovani interessanti a punti fermi granata. Più cattivo L’approccio è intanto quello giusto: non sapeva la lingua, ma in tale senso ha compiuto decisi passi avanti. E’ pure nello sviluppo fisico, comunque fisiologico alla sua età (22 anni compiuti a gennaio), ci ha messo del suo. Sbarcato a Torino con un bagaglio di talenti, dalla visione di gioco, al calcio dalla distanza fino a pulizia e tempi del passaggio, Gustafson in granata sta anche iniziando ad affinare doti più piratesche. Non che fosse timido, nei primi tempi con Mihajlovic, però è con l’allenatore del Torino che sta affilando anche le doti in interdizione. Il centrocampista dalla giocata lineare si sta completando, sbocciando in mezzala pure agonisticamente cattiva, se la necessità è quella di strappare e non distribuire il pallone. […]”. Questo quanto riportato da “Tuttosport”.