Tuttosport: “Colomba analizza la lotta retrocessione: «Nessuno è salvo! Se Palermo va in B, unico responsabile è Zamparini»”

L’edizione odierna di “Tuttosport” ha intervistato Franco Colomba, l’allenatore ha analizzato la corsa alla salvezza, parlando anche del Palermo. Ecco quanto si legge sul quotidiano piemontese: “In quarant’anni di esperienza nelle volate salvezza, vissute da calciatore con Bologna e Avellino e poi da allenatore (con le imprese alla guida della Reggina, dello stesso Bologna e del Parma), Franco Colomba ha imparato che nulla è scontato, soprattutto se i conti vengono fatti a due terzi del campionato. Per questo chi sta viaggiando con un margine di appena due vittorie sulla quota-salvezza non può vivere in tranquillità, ma al tempo stesso chi insegue non può stilare troppe tabelle: «Perché la rimonta, per concretizzarsi, ha bisogno di due fattori: i propri risultati positivi non bastano per cancellare il margine, sono necessari anche gli scivoloni di chi è davanti, e l’incastro non è immediato» dice il 61enne tecnico ex Napoli, che ha vissuto l’esperienza alla scoperta del campionato indiano alla guida del Pune FC.

Colomba, quante squadre vede coinvolte nella corsa alla salvezza? «Mi sembra una lotta piuttosto circoscritta: per ragioni differenti, come il distacco in classifica e la qualità degli organici, Verona, Carpi e Frosinone faticheranno per arrivare a contatto con chi le precede. Però la volata per la salvezza è sempre caratterizzata da contorni psicologici particolari, che rendono tutto imprevedibile: passare dal -5 al -2, per esempio, può fare tutta la differenza del mondo, perché la terzultima torna a crederci e viene spinta da nuove energie, mentre nella quartultima può subentrare il panico».  

Crede che Genoa e Sampdoria, 16° e 17° dopo il sesto e settimo posto del 2015, possano scontare il salto indietro in classifica, rendendo il derby del penultimo turno come una sfida-salvezza? «Le due genovesi, e lo stesso Palermo, sono state ‘negligenti’. Genoa e Samp hanno vissuto varie problematiche nel corso dell’annata, anche l’ultimo mercato non è stato semplice, ma gli attuali organici possono garantire la salvezza».

Le partenze in extremis di Perotti e Eder, e l’arrivo di giocatori non abituati alla corsa-salvezza come Cerci, Ranocchia e Quagliarella, possono essere un freno? «Sta agli allenatori, e la bravura di Gasperini e Montella è indubbia, far capire lo scenario ai nuovi arrivati. I quali devono cambiare obiettivi. Per evitare la retrocessione il talento non basta. Anzi, non è nemmeno la risorsa principale». Cosa serve? «Spirito di sacrificio, umiltà, consapevolezza, è necessario sentire il ‘problema’ sulla propria pelle. I colpi dei singoli ti possono salvare in una partita, magari due, ma non sono sufficienti. E affidarsi soltanto al talento è l’errore principale. Per questo Sampdoria, Genoa, Palermo – che adeguandosi a questa mentalità si salveranno – non dovranno rilassarsi. Se il Verona, che da mesi è considerato spacciato, rivede la luce, diventa l’antagonista peggiore».  

Anche perché Luigi Delneri può contare su una coppia come Toni-Pazzini, tutt’altro che da ultimo posto in classifica. «Penso che il Verona debba innanzitutto ritrovare la consistenza difensiva, mentre in attacco per sfruttare Toni e Pazzini è necessario cercare la manovra avvolgente e soprattutto andare al cross. Il Verona si è ‘svegliato’ tardi, Delneri è un tecnico che ho sempre apprezzato e che sta cercando di tirare fuori il meglio dal suo gruppo, ma i punti da recuperare sono tanti, tantissimi».  

Da dove può partire la rincorsa di Carpi e Frosinone, a -5 dalla quota-salvezza? «Gli organici non sono i migliori di questo gruppo di squadre, ma c’è una caratteristica che accomuna le due neopromosse: la compattezza dello spogliatoio, che spesso può fare la differenza per chi deve evitare la retrocessione. Il Frosinone ha mantenuto il nucleo di due anni fa in Lega Pro, e Stellone è consapevole che questa solidità reggerà fino in fondo. Nel caso dei laziali, però, i 50 gol al passivo sono il problema da risolvere».  

A Carpi, Fabrizio Castori è stato avvicendato ed è tornato: cosa scatta in questi casi? «E’ stato chiarito che la squadra non faticava per colpa del tecnico, il potenziale non era enorme pure se ci sono giocatori interessanti. Perché un difensore come Letizia e un attaccante come Kevin Lasagna non hanno sofferto il salto di categoria, così come a Frosinone sono emersi elementi come Soddimo, che ha qualità da serie A, e Daniel Ciofani, che mi piaceva sin dai tempi in cui era in Lega Pro».  

La scelta del Carpi di scartare gran parte degli acquisti estivi e affidarsi al nucleo della promozione basterà per evitare la B? «Non è semplice, ma è una scelta comprensibile: a Carpi hanno visto la salvezza allontanarsi e hanno pensato che, se proprio dovevano tornare in B, almeno lo avrebbero fatto lottando con giocatori collaudati. E con il ritorno all’identità dell’anno scorso il Carpi ha fatto quadrato».  

A proposito di stabilità: il doppio cambio di allenatore può rallentare il Palermo? «Un’annata in questa zona di classifica dovrebbe costituire un insegnamento per il presidente Zamparini: i cambiamenti hanno portato sconvolgimenti, e per questo il Palermo sta rischiando pur avendo qualità tale da potersi garantire la tranquilla permanenza in A, anche dopo la partenza di Dybala. Penso per esempio che Franco Vazquez sia il miglior giocatore all’interno delle squadre di questa zona di classifica, è quasi pronto per una big. Se la situazione di classifica del Palermo dovesse precipitare, credo che il presidente sarebbe il principale responsabile».  

Se dovesse pronosticare le tre retrocesse, Colomba quali nomi farebbe? «Verona, Carpi e Frosinone. Ma chi è davanti deve continuare a correre, altrimenti finirà nei guai»”.

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Redazione Ilovepalermocalcio