Tuttosport: “Chi paga davvero i Mondiali? Ecco le nazionali a scrocco”

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sui Mondiali in Qatar che partiranno da oggi.

Sono 831 i calciatori arrivati negli scorsi giorni in Qatar: 26 per Paese, fatta eccezione per l’Iran che ne ha convocato uno in meno. Con un totale di 163 giocatori, tesserati in 39 club diversi, è l’Inghilterra a fare la voce del leone, considerato che la Spagna, seconda in questa particolare graduatoria, ne ha ceduto alle nazionali poco più della metà, 86, cinque in più della Germania. Rispettato il ranking Uefa anche dal quarto posto dell’Italia (70) e dal quinto della Francia (58). Dando uno sguardo al di fuori del vecchio continente, invece, i tornei più rappresentati saranno l’Mls (36), seguita dai campionati dell’Arabia Saudita (35) e del Qatar (33).

In questi ultimi due casi, però, c’è da dire che queste entrambe le nazionali sono formate interamente da calciatori che disputano la competizione locale. Insomma, la sensazione è che lo sproposito non sia stato solo quello di assegnare la Coppa del mondo al Qatar, ma anche quello di sottovalutare le conseguenze che provocherà la decisione di incastrare un torneo di questa portata in mezzo al calendario. C’è poco da sorprendersi quindi se, proprio come aveva fatto nel 2018, anche in questa occasione, la Fifa ha lanciato il “Club Benefits Programme” stanziando 200 milioni di euro per provare a tirare su il morale delle società, che loro malgrado, si sono viste sfilare i propri campioni nel bel mezzo della stagione.

E così, i club potranno chiedere un rimborso di dieci mila euro al giorno (a partire dallo scorso 14 novembre) per ogni suo tesserato volato in Qatar. Questo vuol dire che il risarcimento potrà variare dai 180 mila euro, in caso di eliminazione alla fine della fase a gironi, ai 370 mila riservati a chi arriverà in finale. La misura non prevede, però, differenze retributive sulla base dello stipendio del calciatore in questione. Nessun trattamento di favore, quindi, per i top club – quelli che volevano (e alcuni di loro vogliono ancora) la Superlega – che ancora una volta sentono di essere stati maltrattati. A prescindere da come la si pensi sulla Superlega, infatti, i dati della tabella a cui questo articolo fa da contorno parlano chiaro e dicono che i Paris Saint Germain versa sul conto corrente di Kylian Mbappé 370 mila euro ogni tre giorni.

Spostando l’attenzione sui club ribelli, invece, ci accorgiamo che se la Polonia dovesse arrivare in finale, i 370 mila euro che riceverà il Barcellona per le cinque settimane che Robert Lewandowski ha passato in Qatar basteranno a malapena a pagare una settimana del suo stipendio. Alla Juventus andrebbe leggermente meglio, nel caso in cui ad arrivare fino in fondo fosse la Serbia, perché Dusan Vlahovic ne prende “soltanto” 249 mila. Drammatico, invece, il bilancio per il Real Madrid se dovesse andare bene al Belgio di Eden Hazard che per non giocare praticamente mai con la squadra di Carlo Ancelotti s’intasca 445 mila euro ogni sette giorni. Nota bene: quest’analisi non ha l’obiettivo di criticare il Mondiale che, scelta della sede a parte, resta il torneo più bello, bensì quello di invitare chi comanda a riflettere sulle ragione che hanno spinto, nell’aprile 2021, i club più importanti d’Europa a ribellarsi.