Tuttosport: “«Caso» Brunori e sempre lo stesso modulo. Il Palermo rischia di buttare via ancora una vagonata di milioni”

L’edizione odierna di Tuttosport si sofferma sul Palermo e la carenza di risultati.

Com’è lontana l’estate. Ad agosto, a fine mercato, quasi tutti erano convinti: Palermo e Sampdoria prime favorite nella corsa alla Serie A, e le agenzie di scommesse lo confermavano, con quote molto più basse rispetto a tutte le altre contendenti. Passano 12 giornate e, per i tifosi rosanero e blucerchiati, è il grande freddo: la zona A diretta, ovvero il Sassuolo secondo, è a -9 e -10. Come spesso capita, la Serie B si diverte a irridere le squadre più forti; è il suo fascino. Vien da pensare che il bersaglio grosso ormai sia sfumato, anche perché il trio di testa – Pisa, Sassuolo e Spezia in 3 punti – sta facendo un campionato a sé: tutte e tre mostrano solidità e continuità, senza il minimo segno di cedimento. È realistico ipotizzare che possano durare in testa sino a primavera.

Le corazzate Palermo e Sampdoria, invece, fanno acqua da tutte le parti, anche se la B ha già concesso formidabili rimonte di nobili decadute. Proviamo però a capire le ragioni del flop attuale.

QUI PALERMO
Per la terza stagione di fila, il City Football Group, l’entità calcistica più ricca e “cool” del pianeta, rischia di buttare una vagonata di milioni (comunque bruscolini per le casse dei proprietari del Manchester City). Tutto questo perché, per il secondo anno di fila, il piccolo e gagliardo Cittadella, la storia più bella del calcio tricolore, ha sbancato il Barbera, sempre con una rete nel finale – e che gol – di Pandolfi. È vero, prima il Palermo si è divorato l’impossibile, soprattutto Insigne. Ma c’è stata anche un po’ di superficialità nel sottovalutare il Cittadella, che arrivava a Palermo come una delle squadre più in difficoltà.

La situazione ha spinto Dionisi a cercare di risolvere i problemi offensivi provando centravanti il francese Le Douaron, l’acquisto più caro dell’ultima B (circa 4 milioni), finora quasi non pervenuto. È andato meno peggio di altre volte (ma è stato sostituito da Henry al 65’). Tuttavia, il vero risultato è che ora non si sa chi sia il centravanti titolare fra lui, Brunori ed Henry, tanto più che i numeri (1 gol per il brasiliano, 2 per l’ex Verona, zero per il “colpaccio” dell’estate) sono sconfortanti.

L’errore è stato tentare di scaricare Brunori in estate, cercando di venderlo (chiedendo forse troppo) e comunque mancando di rispetto verso il capitano e capocannoniere della squadra da tre stagioni. Inoltre, il 4-3-3 proposto da Dionisi spesso appare troppo instabile e poco equilibrato, ricordando sempre di più l’ostinazione con cui il predecessore Corini difese lo stesso modulo, ottenendo i due precedenti fallimenti.