Tuttosport: “Caro Ljajic, ora guadagnati il Toro. Contro il Palermo l’acquisto più costoso dell’era Cairo è chiamato alla prova della svolta”
“Dopo un avvio difficile, determinato anche da un infortunio alla coscia che lo aveva costretto a saltare un filotto di partite – Atalanta, Empoli, Pescara e la prova contro la Roma in cui era rimasto in panchina -, Adem Ljajic ha iniziato a mettere i suoi talenti al servizio del Torino nella gara di Palermo del 17 ottobre. I granata si presentano all’appuntamento imbattutti da un mese, reduci da due pa
reggi contro Empoli e Pescara e dal doppio, nobile successo contro Roma e Fiorentina. Nonostante un approccio convincente, al Barbera vanno sotto al 5’ (rete di Chochev). Tuttavia trascorrono appena 20’ prima che il serbo, con una conclusione secca e precisa dalla distanza, fulmini Posavec e porti il Toro sul temporaneo 1-1. Un gol bello e che dà a Ljajic l’autostima per riprovare una conclusione, questa volta meno potente per quanto ugualmente chirurgica che al 41’ mette avanti i granata. I rosanero non si riprendono più, mentre la squadra di Sinisa Mihajlovic legittima il successo con le reti di Benassi e Baselli. C’è stata, nel pomeriggio palermitano, la miglior espressione non soltanto del numero 10 granata, ma più in generale di tutto il Torino. Fresco di tre vittorie consecutive, con un trio d’attacco stellare formato da Iago Falque, Belotti e dallo stesso Ljajic dietro ai quali fremeva pure Boyé, al tempo ragazzo terribile che prometteva quanto non ha ancora saputo mantenere. Girava l’attacco, proponeva e interdiva la mediana e pure la difesa, sembrava poter attutire la perdita estiva dei vari Maksimovic, Glik e Bruno Peres. Lo zenit toccato a Palermo non è più stato sfiorato, dai granata. Successivamente sono arrivati altri buoni risultati – tra questi la scia di vittorie contro Cagliari, Crotone e Chievo – però la squadra non ha più dato quel senso di clamorosa compattezza espressa tra la metà di settembre e ottobre. Conferma od oblio Un’involuzione che tra i protagonisti in negativo ha annoverato anche Ljajic. Dopo aver cavalcato l’onda dell’entusiasmo andando in gol anche contro Lazio, Udinese e Cagliari, l’ex della Roma ha intrapreso una strada con tante zone buie e pochissime luci. Anzi, per lungo tempo, più o meno dalla Samp in avanti, del serbo si sono sostanzialmente perse le tracce. Il giocatore con sprazzi di classe abbastanza costanti ha lasciato spazio a un attaccante incapace di andare via in dribbling, molle al tiro, etereo in interdizione e pure via via più nervoso, come hanno dimostrato alcune sgridate gratuite all’indirizzo dei compagni. Mihajlovic ha annusato l’aria, capito che un turno di riposo avrebbe potuto fare bene a Ljajic e contro la Fiorentina lo ha lasciato inizialmente in panchina preferendogli Boyé. Se tuttavia l’argentino, episodio del rigore conquistato a parte non è tornato il torello ammirato a inizio stagione, al momento dell’ingresso in campo il serbo ha evidenziato confortanti progressi. Da confermare domenica contro il Palermo, per mettere in chiaro che la versione di Ljajic è più simile a quella autunnale che non a quella recente. L’attaccante al Grande Torino traguarderà la 7ª rete del suo campionato, ma avrà anche un obiettivo più importante, da centrare: tornare il giocatore anche discontinuo ma in grado di decidere le gare. Così da giustificare i 9 milioni versati da Cairo alla Roma e in precedenza mai spesi per un calciatore dal patron granata, e in conseguenza candidarsi a punto fermo del Toro che verrà. Andare sul mercato dopo 12 mesi nella nuova realtà non sarebbe il massimo. Né per lui, né per Mihajlovic che lo ha fortemente voluto con sé”. Questo quanto riportato da “Tuttosport”.