“Due vittorie alle spalle con affaccio su Palermo per i granata, due recenti successi e il Parma in vista per la FeralpiSalò. Piccola analogia che lega Sinisa Mihajlovic ad Antonino Asta, ex ala destra di Torino e dello stesso Palermo e attuale tecnico del club lombardo. «C’è voluto un po’ di tempo per trovare l’amalgama, ma adesso abbiamo trovato la nostra strada – dice l’ex azzurro (una presenza nel febbraio 2002 a Catania contro gli Stati Uniti) -. Ci troviamo all’interno di un girone difficilissimo, con squadre quali Parma e Venezia, Padova, Pordenone e Reggiana. Noi, assieme a Bassano e Sambenedettese puntiamo a recitare il ruolo dell’outsider con voglia di stupire». > Antonino Asta, lunedì 17 il Toro sarà al Barbera contro i rosanero che hanno già effettuato un cambio in panchina: al posto del dimissionario Ballardini si è insediato dalla terza giornata De Zerbi. Sarà un’altra stagione di sofferenza, per il Palermo? «Penso di sì, dopo aver portato molto in alto il club, conducendolo fino all’Europa League, Maurizio Zamparini nelle ultime stagioni ha un po’ mollato la presa. Il suo modo particolare di vivere la presidenza, da padre padrone, non si è però mai interrotto. E’ evidente che i siciliani debbano lottare per non retrocedere, ma la scelta di Zerbi, per l’apertura di un progetto a medio, lungo termine, è azzeccata. Non so bene cosa abbia in testa Zamparini, ma per quanto ha dato al club mi auguro decida di tornare l’appassionato presidente di qualche tempo fa». > E il giudizio sull’operato di Cairo, il quale ha appena tagliato il traguardo degli 11 anni di presidenza granata? «E’ entrato nel calcio senza conoscerne le dinamiche, e come tutti noi quando affrontiamo un nuovo contesto ha commesso qualche errore. E’ stato bravo a riconoscere dove ha sbagliato, si è corretto e adesso ha avviato il Torino verso un percorso di crescita». > Dopo l’esame di maturità passato contro la Fiorentina si può dire che a Palermo il Toro sia atteso dalla tesi di laurea? «Direi proprio di sì. Le motivazioni affrontando i giallorossi e i viola affiorano quasi da sole, adesso invece sono curioso di vedere come i granata approcceranno la gara contro una medio-piccola. Da un punto di vista tattico, soprattutto, mi aspetto qualche mossa da parte di Mihajlovic. Il Toro visto contro Roma e Fiorentina mi è piaciuto molto, ma ha avuto spazi per proporre pericolose ripartenze. Contro il Palermo, cioè una squadra chiusa, sarà diverso. Certo che se dopo 6 punti così importanti dovesse arrivare un successo, anche risicato ma conquistato in trasferta contro un Palermo che si deve salvare, a questo Toro non resterebbe che rivolgere tanti applausi». > Toro votato all’offensiva, ma anche capace di subire due reti appena nelle ultime 4 gare: un caso oppure i granata sono particolarmente equilibrati? «Mah, da qualche parte la coperta di una squadra risulta per forza corta. Se attacchi, e Mihajlovic propone un gioco piuttosto offensivo, è chiaro che ti esponi a qualche rischio. Segnerà tanto, il Torino, ma subirà pure qualche gol. Sta nell’ordine delle cose». > Chi tra i giocatori della rosa granata le sta piacendo particolarmente? «Facile, nonché vero, dire che mi aspetto tanto da Ljajic e che Belotti sarà il centravanti della Nazionale per lunghi anni, ma vorrei rivolgere l’attenzione sui vari Benassi, Zappacosta e Baselli. Non tutti stanno rendendo al meglio, e il riferimento è soprattutto all’ex centrocampista dell’Atalanta, però hanno grandi qualità, sono giocatori importanti, ragazzi da Toro che meritano tanta considerazione. Quella che sta avendo Barreca e che mi auguro avrà Aramu». > Se Belotti sarà per molto tempo il centravanti dell’Italia, Boyé ha talenti per ambire a una maglia nella selezione argentina? «Perché no, se saprà dare continuità alle prestazioni e segnare qualche gol in più». > Nella conferenza stampa di addio alla Roma l’ormai ex direttore sportivo giallorosso Walter Sabatini, tra i motivi che l’hanno indotto a lasciare il ruolo di ds nella Capitale ha inserito la sconfitta incassata su Boyé. Seguito anche dalla Roma, ma in definitiva accasatosi al Torino. «Il sudamericano è la dimostrazione del buon lavoro fatto a tutto tondo dalla dirigenza granata. Scovare il talento argentino, e muovere le pedine sul mercato per soffiarlo alla concorrenza della Roma è un fiore all’occhiello, per Cairo e Petrachi». > Tra gli ex giallorossi oggi nel Toro – gli altri sono Ljajic e Castan -, c’è pure Iago. Anche lo spagnolo sogna una convocazione nelle Furie Rosse: potrà concretizzarlo? «Va un po’ a tratti, ma è un altro tecnicamente molto valido. Uno di quei giocatori difficili da allenare, proprio perché molto talentuoso, ma che fanno la differenza, in una squadra. Se farà uno scatto sotto il punto di vista della continuità di rendimento, accompagnata da un buon numero di gol, dall’ottimo calciatore che è adesso potrà diventare un attaccante esterno di livello assoluto». > Quando ha letto di Hart al Toro cosa ha pensato? «Ricordo che voi di Tuttosport siete stati i primi a pubblicare la notizia. Ho strabuzzato gli occhi. Non perché il portiere della Nazionale inglese sia troppo per il Torino. Ci mancherebbe altro, è solo che realizzare un colpo altamente mediatico, tecnicamente efficace e con lo stipendio che Hart si porta dietro non è facile. I granata sono riusciti a portarlo alla Sisport facendo pagare quasi tutti gli emolumenti al Manchester City. Chapeau“. Questo quanto riporta l’edizione odierna di “Tuttosport”.