Turismo, Franceschini: “Stiamo chiedendo regole europee”
“Mi viene chiesto: quando si potrà dare in vacanza? Non è solo la politica che decide e io ho chiesto al Comitato tecnico scientifico di avere delle prescrizioni che consentano la riapertura e mi daranno una risposta entro la settimana e in base a questo agiremo. Dico il prima possibile. Si faranno le vacanze, saranno diverse, dovremo usare le misure di distanziamento, le mascherine, la sanificazione ma le vacanze si potranno fare. Anche per questo stiamo sollecitando le autorità europee, perché vogliamo che ci siano delle regole europee di prescrizione sanitarie comuni evitando il rischio di accordi bilaterali tra i paesi, perché abbiamo visto che l’epidemia non conosce confini”. Lo dice il ministro dei Beni e Attività culturali e Turismo, Dario Franceschini, durante l’informativa sulle iniziative per contrastare il Covid-19, ribadendo che cultura e turismo assieme fanno il 20% del pil e che nel decreto in arrivo da 55 miliardi ci saranno misure che riguardano il turismo. Il ministro ha ribadito che il settore è “in ginocchio” e non è stata dichiarato lo stato di crisi perché “siamo ben oltre l’emergenza” e servono interventi molto più urgenti e concreti.
Il dl maggio – ha sottolineato – che contiene misure per 55 miliardi, vogliamo approvarlo entro questa settimana e conterrà molte misure specifiche sul turismo”. In particolare “un riconoscimento economico alle imprese che hanno avuto un forte calo del fatturato rispetto al periodo analogo dell’anno scorso. Dovrebbe essere un aiuto – precisa – a fondo perduto per aziende sotto una certa soglia di fatturato”.
Il coronavirus, del resto, continua a devastare il turismo italiano: oltre 40mila imprese del comparto turistico italiano – secondo un’indagine di Demoskopika -rischiano il fallimento a causa della perdita di solidità finanziaria con una contrazione del fatturato di almeno 10 miliardi di euro.
Una mortalità imprenditoriale che si ripercuoterebbe immediatamente sul mercato del lavoro con una perdita di oltre 184mila posti. Già nei primi tre mesi dell’anno è di quasi 7mila unità in meno, contro un calo di 6mila del primo trimestre 2019, infatti, il saldo tra le imprese iscritte e quelle cessate. Il peggiore bilancio della nati-mortalità del sistema turistico dal 1995 ad oggi.