Tullio Calzone (Corriere dello Sport): “Palermo ancora da assemblare. Il ciclone Gondo e i dolori di Liverani. Il punto in serie B”
L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” attraverso un editoriale di Tullio Calzone si sofferma sulla serie B.
Vietato azzardare pronostici. Indecifrabile e combattutissima, la stagione delle grandi ambizioni, prima di essere ipotecata dalle tante corazzate costruite per la A, avrà bisogno di ulteriori verifiche sul campo. D’altra parte con il mercato che si avvia alla conclusione, ma aperto, sono in tanti ad alimentare i propri sogni di gloria con rinforzi insperati. Al balletto non poteva non partecipare il Benevento di Vigorito che, resettato l’organico, confermato, giustamente, Caserta in panchina e liberatosi di stipendi onerosi, sta adeguando la Strega con elementi di qualità. Simy fa i capricci, chiedendo ulteriori ritocchi allo stipendio, sempre pretesi quando di mezzo c’è la Strega, ma dalla Salernitana è arrivato Veseli che va ad aggiungersi a Camillo Ciano in panchina già pronto a sfidare il passato e il suo Frosinone dove giocherà Roberto Insigne. Insomma, ora tocca ai giallorossi tornare da vertice, se non proprio da A.
La squadra organizzata e orgogliosa vista contro il Genoa fa ben sperare. Anche se la promozione rimane per tutti un obiettivo non scontato, come dimostrano gli anticipi di ieri sera con tante sorprese che continuano ad accompagnare lo spettacolo sempre avvincente e poco quotabile. Ha fatto male i conti chi non avesse scommesso, per esempio, sulle fatiche di Cagliari e Palermo. Con l’uomo in meno per 49 minuti, Liverani inciampa in Lapadula (rigore sciagurato) prima ancora che in Venturato. Corini, invece, viene preso a cucchiaiate da Cedric Gondo, rinforzo mancato del Perugia e mai tanto rimpianto da Castori. Ma i rosanero ancora da assemblare hanno orgoglio da vendere contro un Ascoli a immagine e somiglianza di Bucchi: spigoloso e micidiale. Alzi pure la mano chi non ha fatto cattivi pensieri sul Modena che, invece, mago Tesser ha ricompattato, complice il “sacro Var”, e rilanciato lontano dalla crisi strisciante ipotizzata da ipercritici maldestri. Insomma, occorrerà avere pazienza per definire gli scenari. Per ora si può perdere o vincere contro chiunque in questo campionato che buca il video e conquista tifosi perché contendibile e capace di rappresentare gli italiani e le loro impareggiabili città. Una lente d’ingrandimento di un’Italia bella e possibile che non vuole rassegnarsi a restare oscurata. Anzi, merita attenzioni e risorse adeguate.