Città cosmopolita e anticonformista, Amsterdam è certamente una delle Capitali Europee tra le più affascinanti. L’incantevole rete di canali, lungo la quale si affacciano magnifici e caratteristici palazzi d’epoca, è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Considerata da molti come la Venezia del Nord, Amsterdam è famosa nel mondo per il museo Van Gogh, per il Concertgebouw, il Rembrandthuis e per la casa di Anna Frank, ma anche per il suo quartiere a luci rosse, per gli oltre 200 Coffeeshop e per la frenetica vita notturna di Rembrandtplein e Leidseplein. Ma ciò che rende davvero incredibile questa città è l’alto numero di persone che utilizzano la bicicletta come principale mezzo di trasporto, un autentico stile di vita che fa di Amsterdam la Capitale mondiale della bicicletta, tanto da riuscire a “convertire” anche il nostro amico Donato Signorelli, protagonista questa settimana della nostra rubrica dedicata ai tifosi rosanero che vivono lontano da Palermo.
Ben trovato Donato, da quanto tempo vivi in Olanda e come è stato il tuo impatto in un città così diversa, come cultura, dalla nostra?
«Sono in Olanda da poco più di un anno, ma già conoscevo un po’ l’ambiente. L’impatto è stato a tratti traumatico in senso positivo, perché qui in termini di servizi è tutto molto bene organizzato e le persone sono tutto sommato abbastanza accoglienti, anche se sono un popolo del nord e culturalmente sono diversi da noi. Gli olandesi sono molto tolleranti e in grado di sfruttare pienamente il loro scarso patrimonio artistico, sono molti i turisti che arrivano qui attratti dai Coffeeshop, dove si vende droga leggera in maniera controllata, e dal quartiere a luci rosse».
Sei andato via da Palermo giovanissimo, cosa ti ha spinto lasciare la nostra città così presto e quale è stato il tuo percorso professionale? Attualmente di cosa ti occupi?
«Ho lasciato Palermo nel 2000, quando avevo 20 anni. Sinceramente non ho mai cercato un lavoro in Sicilia, sono andato via con l’idea di voler vedere cosa c’era fuori dalla nostra Terra. Mi sono trasferito a Bologna ed è lì che ho iniziato a lavorare nel campo del commercio per conto di un’azienda americana. Poi nel 2007 sono stato assunto da una Multinazionale che detiene a livello mondiale un notissimo marchio di abbigliamento e di accessori sportivi e attualmente, presso la sede di Amsterdam, mi occupo di risorse umane».
Chi ti ha trasmesso la passione per il Palermo?
«La passione per i colori rosanero mi è stata trasmessa da mio padre. I miei primi ricordi dello stadio sono legati alla vecchia Favorita; ma ricordo con entusiasmo una partita del 1987 contro l’Atletico Miniero e il gol di Nuccio. Non potrò mai dimenticarla, perché ero in tribuna con papà e venivamo dall’anno della radiazione».
C’è qualche episodio curioso o particolare, legato alla squadra rosanero, che ricordi con simpatia?
«Ricordo volentieri Palermo–Ajax, sia perché adesso lavoro in Olanda, vedi la casualità della vita, sia perché vincemmo 4-0, con una tripletta di Maurizio D’Este e un gol di Pocetta, contro una squadra fortissima, che appena un mese prima era stata finalista in Coppa delle Coppe».
Cosa significa per te tifare Palermo?
«Tifare Palermo è quello che mi tiene ancora legato alla Sicilia, alla mia casa. Non ho mai tifato per altre squadre, la passione che mi ha trasmesso papà è sempre stata questa e c’è stato sempre e solo il Palermo per me, nella sfortuna e nei successi. E’ un modo di sentirmi vicino alla mia città e ogni domenica è un appuntamento fisso, ho un abbonamento olandese per vedere le partite di Serie A perché continuo a seguire, e voglio continuare a seguire, il Palermo».
Cosa ti manca maggiormente della nostra città e quali sono i ricordi più belli che porterai per sempre con te?
«Mi manca sicuramente il clima, che in Olanda non aiuta, ho nostalgia degli amici e delle persone con le quali ho passato del tempo piacevole. Poi mi manca il cibo, l’atmosfera, passeggiare per il centro e sentire dentro di me quelle sensazioni speciali e uniche del nostro mix culturale. Quelle che provo, ad esempio, quando ascolto una semplice “abbanniata”, mi riempie il cuore perché è una caratteristica tipica della nostra Terra e che non si ritrova da nessun’altra parte».
Pensi di tornare un giorno?
«Non lo so, sicuramente mi piacerebbe un giorno poter vivere vicino al mare con la mia famiglia, la mia futura moglie e poco altro. Ma non ti nascondo che l’esperienza che sto maturando in Olanda è voluta e mi sta dando tanto. Mi sento molto ricco mentalmente e spiritualmente, non è una questione di soldi, ma sto prendendo moltissimo da ogni cultura che incontro».
Come vuoi salutare tutti i nostri amici che ci seguono e qual è il tuo augurio per il Palermo?
«Spero che ci riusciremo a salvare, è dura e fa male vederci un quella posizione. Sicuramente bisogna ringraziare la Società e il Presidente per quanto fatto in questi anni, però c’è da aprire gli occhi e avere finalmente una maggiore continuità tecnica. Saluto tutti i nostri amici con un “Forza Palermo” e con un arrivederci a presto in Sicilia!».