Trapani tra sogni sportivi e ombre finanziarie: i debiti nascosti dietro l’impero Antonini

A Trapani, lo sport è diventato il perno di un intreccio sempre più complesso tra affari, politica e finanza. L’imprenditore Valerio Antonini, patron del Trapani Calcio, della squadra di basket Sharks e proprietario dell’emittente Telesud, è oggi al centro di un sistema che suscita entusiasmo in città, ma anche dubbi e interrogativi.
Al centro di tutto, un ambizioso progetto: una cittadella dello sport da 110 milioni di euro – con stadio, palazzetto, multisala, centro commerciale e persino un lago artificiale. Antonini dice di avere “tutto pronto” per partire, ma dal Comune – come riportano Nicola Biondo e Giacomo Di Girolamo su Repubblica Palermo – fanno sapere di non aver ricevuto alcuna proposta concreta, e che l’area individuata risulta essere demaniale.
La cassaforte londinese e la grande illusione
Dietro i successi sportivi recenti si cela però un’altra storia, ben più intricata. Il fulcro finanziario che ha sostenuto la scalata trapanese di Antonini è stato, fino al 2024, la Quanton Commodities, società con sede a Londra e specializzata nel commercio di grano. Secondo quanto ricostruito da Biondo e Di Girolamo su Repubblica Palermo, proprio dalla Quanton sarebbero partiti oltre 8 milioni di euro, destinati al finanziamento del Trapani calcio e basket.
Quello che pochi sapevano è che nel marzo 2024 Quanton è stata venduta, per poi cambiare nome in Kalash e finire, nel giro di pochi mesi, in liquidazione, con un debito di oltre 180 milioni di euro. La società è stata acquisita dalla Black Beetal LLC, con sede in una zona franca degli Emirati Arabi Uniti. Per i liquidatori inglesi si tratta di un’azienda incapace di onorare i debiti contratti.
Debiti milionari e domande senza risposta
Il quadro tracciato dai documenti ottenuti dai giornalisti di Repubblica Palermo è inquietante. Il bilancio 2022 di Quanton mostrava già perdite per 709mila sterline e debiti per 235 milioni. Ciononostante, da quella stessa società sono arrivati i capitali che hanno sostenuto la crescita sportiva a Trapani, attraverso la SportInvest che controlla le squadre.
Tra i creditori oggi spiccano una decina di società internazionali, una immobiliare inglese, il controverso finanziere Gianluigi Torzi (con un credito da 239 mila euro), e soprattutto la società russa GTCS Trading DMCC, che vanta un credito di 109 milioni di euro. Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal, GTCS sarebbe coinvolta in una rete che avrebbe gestito grano ucraino rubato, spostandolo in mare aperto per alterarne la provenienza.
Antonini, da parte sua, ha ammesso di aver venduto grano in Iran per 100 milioni di euro, ma di non averli iscritti a bilancio perché non ancora incassati per intero.
Un futuro dorato su fondamenta opache?
La domanda che si pongono in molti a Trapani – e che Biondo e Di Girolamo rilanciano su Repubblica – è semplice: i debiti attuali sono frutto della gestione Antonini o della nuova proprietà? E perché un’entità offshore ha acquisito una società già così indebitata?
La Kalash, ex Quanton, è oggi una scatola vuota piena di passivo. Ma fino a poco tempo fa, era il motore finanziario che ha portato il basket in A1 e il calcio in Serie C.
Tra entusiasmo sportivo e silenzi istituzionali, la verità sul “modello Trapani” resta sospesa tra celebrazioni pubbliche e retroscena oscuri. Lo sport a Trapani vive un’epoca d’oro. Ma il conto, prima o poi, qualcuno dovrà pagarlo.