Trapani impazzita per il calcio: «Puntiamo alla A con lo stadio del futuro»
L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta un’intervista al patron del Trapani Antonini fresco di promozione in B.
Presidente Antonini, allora è proprio vero che, come dice il vostro slogan, la C non vi basta e programmate già il futuro? «Questo è l’unico modo che conosco di lavorare. Ho trascorso la notte insonne, durante la partita non vedevo l’ora che finisse per potere festeggiare con i trapanesi. Ora sono già qui al lavoro perché la stagione non è finita. Voglio vincere la Coppa Italia di serie D nel calcio e centrare la promozione in A con il basket. Sogno una festa indimenticabile a giugno per celebrare i nostri successi»
La promozione in serie D è il primo passo. E adesso? «Più sali e più diventa difficile. Aumentano le aspettative, le pressioni, ma il mio progetto è quello di alimentare la passione di questa città. Ecco perché vorrei realizzare uno stadio da 20mila posti e un palazzetto da 5mila per potere puntare all’Europa con il basket».
Come sarà lo stadio del futuro? «Innanzitutto ecosostenibile, green con impianti fotovoltaici. Sarà uno stadio con hotel, servizi, centro commerciale, un centro medico. Un impianto fruibile per tutti trapanesi».
Dove sorgerà? «Ci sono due soluzioni: la prima prevede la concessione per 99 anni del diritto di superficie del Provinciale e sarà un impianto con una capienza tra 15 e 18mila spettatori. La seconda prevede la costruzione di uno stadio ex novo in un’area che acquisteremo e avrà una capienza di 22mila posti».
Lei dice serie A e appetibile. Vuole il massimo per poi vendere? «Che voglio il massimo l’ho detto dal primo giorno così come ho detto che l’entusiasmo per i risultati non deve fare perdere di vista quella che è la razionalità dell’imprenditore. Io voglio costruire qualcosa che in futuro non abbia bisogno di me, che possa sopravvivere a prescindere da tutto. Ecco perché in futuro vedo un Trapani aperto all’ingresso di soci esterni e finanziatori internazionali».
Mettendo da parte i sogni, c’è da disputare un campionato di serie C che, il Catania insegna, è molto più difficile di quello di D. Siete pronti? «Abbiamo già preso undici nuovi calciatori e sette li stiamo trattando. Alla fine, faremo qualcosa come 35 acquisti tra cui molti giovani che manderemo in giro per l’Italia come fanno Sassuolo, Atalanta e Udinese che restano i club a cui io mi ispiro».