Renè de Picciotto, imprenditore interessato all’acquisto del Trapani, ha spiegato le motivazioni che lo hanno indotto a non partecipare al bando per l’acquisizione della società siciliana.
Di seguito la lettera aperta dell’imprenditore rivolta alla città di Trapani riportata da “Primapaginatrapani.it”:
“La decisione di non partecipare al bando del Comune per la rinascita del calcio trapanese, rimanda essenzialmente, ma non solo, alla portata dell’impegno economico richiesto (tra capitale iniziale, patrimonializzazione, garanzie bancarie e fideiussione assicurativa è una manovra che “blocca” ingenti capitali per diversi anni). Ma trova anche una giustificazione “nuova” nella sopravvenuta norma federale che impedisce, di fatto, la multiproprietà. Com’è noto, sono titolare di quote (pari a quasi il 40%) dell’Us Lecce e potrei, dunque, “occuparmi” del rinato Trapani soltanto in serie D, venendo così subito meno all’impegno quadriennale previsto dal bando. Ma il mio interesse per il calcio rimane vivo. Perché è il calcio che mi porta a Trapani. Vale la pena ricordarlo a quanti in questi giorni carichi di aspettative per i tifosi della maglia granata, stanno tirando somme frettolose, confondendo i desideri (legittimi) con gli investimenti (altrettanto legittimi).
Semplicemente perché si tratta di “progetti” distinti e separati. A Trapani non esiste alcun “tesoro nascosto” da saccheggiare. Ma solo opportunità eventualmente da cogliere nel rispetto delle leggi e per il bene della comunità trapanese. L’acquisizione e il rilancio dell’ex sede della Banca d’Italia rappresentano unicamente un investimento con ricaduta sul territorio in termini di accresciuta capacità attrattiva e di nuove opportunità lavorative. Insomma, un’occasione di sviluppo in tempi oggettivamente impervi, dove la mia scelta può anche sembrare quella di un folle visionario ma, in realtà, è solo animata da coraggio imprenditoriale e fiducia nel futuro. Futuro che non esclude l’impegno nel calcio, qualora dovessero ripresentarsi le condizioni per intervenire”.