Tramezzani: «Se l’Albania batte l’Italia…»
«Italia–Albania? La guarderò dalla tv, possibilmente da solo che è meglio. Vincerà l’Albania. Per loro è una finale del Mondiale, non è solo una partita, è rivalsa sociale, è storia. Noi italiani non possiamo nemmeno capire. L’Italia è più forte, sì, ma serve far punti dopo la sconfitta con Israele. Entusiasmo e organizzazione di gioco potrebbero fare la differenza. Ha ragione il mister: l’Italia ha scelto Palermo perché aveva paura dei tifosi albanesi. La Federcalcio albanese mi ha spedito un biglietto in tribuna d’onore, ci ho pensato, anche De Biasi insisteva, poi ha capito: è un momento delicato per noi, non sarebbe stato serio. Il mio posto è qui. È la stessa ragione per cui ho interrotto la mia collaborazione con la Rai: non era professionale, nella vita bisogna scegliere. Sarò sempre grato a De Biasi. Sono stati anni pazzeschi, densissimi ed entusiasmanti. Abbiamo ricostruito insieme una squadra a fine ciclo andando a cercare in giro per l’Europa tutti i convocabili, ragazzi nati magari anche altrove, ma di origine albanese. La Federazione non aveva una lista, ho passato giorni e notti sul sito Transfermarkt, ho fatto 157 trasferte, telefonato a non so quanti uffici anagrafe, monitorato 112 giocatori convocandone 68. Un lavoraccio. De Biasi dice che se vince fa il cammino di Santiago? Se succede davvero, io vado con lui». Queste le parole rilasciate dal tecnico del Lugano Paolo Tramezzani ai microfoni de “Il Corriere della Sera”.