Tra Tonali e il patteggiamento i dubbi dei magistrati di Torino. Sandro: «Puntavo sul Milan, ma solo a vincere. Mi serviva un incentivo…»
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caso scommesse e su Tonali.
Non c’è illecito, non c’è inganno. Nel “fascicolo Tonali” in procura federale non c’è al momento alcun riferimento alla violazione dell’articolo 30 del codice di giustizia sportiva, che prefigura «il compimento di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara…». Sandro ha confessato tutto domenica nell’incontro con Chiné, poi ha fatto lo stesso martedì dai pm di Torino: «Ho scommesso su piattaforme illegali e anche sul Milan». Ma c’è un ma: «Ho sempre scommesso a vincere».
POSIZIONE. È questa la sua verità, e in Figc hanno deciso di crederci. Ma perché lo ha fatto? «Era un incentivo…» avrebbe detto il ragazzo durante la sua audizione, spiegando come la dipendenza dal gioco è stata tale da annebbiargli la vista; al punto che l’adrenalina data dallo scommettere sulle sue partite (a vincere e mai a perdere o in altre situazioni da illecito come le ammonizioni, i gol, i tiri, ecc.) si sarebbe trasformata quasi in benzina per tenere acceso il motore delle emozioni. Nelle chat e nei dati estrapolati dal cellulare, non ci sarebbero al momento evidenze contrarie. Anche se l’analisi del materiale probatorio deve ancora concludersi. E da qui si spalancano due strade: quella che Figc e calciatore stanno perseguendo, all’insegna della rapidità per cercare di chiudere la vicenda con un patteggiamento, e l’altra battuta invece dai magistrati di Torino che vogliono continuare ad approfondire il ruolo di Tonali nell’ingranaggio scommesse illegali (Fagioli ha detto che è stato lui a consigliargli un’app…) predicando maggiore calma.
Del resto le indagini su Fagioli sono cominciate a fine maggio e il fascicolo è stato chiuso solamente a metà ottobre, con la squalifica sportiva di 7 mesi (più 5 di riabilitazione) da ieri resa esecutiva. Il procuratore federale, intanto, nei prossimi giorni potrebbe convocare i dirigenti del Milan per capire se la società fosse a conoscenza di certe dinamiche. È un passaggio formale, e somiglierà alla collaborazione offerta dalla Juve su Fagioli. «Siamo fermamente convinti che» con l’appoggio di tutti «Nicolò affronterà con grande senso di responsabilità il percorso terapeutico e formativo e, una volta scontata la squalifica, potrà tornare a competere con la dovuta serenità» il comunicato diffuso ieri sera dal club bianconero. Fagioli tornerà in tempo per l’ultima di campionato: Juve-Monza del 26 maggio. Poi girerà l’Italia in diversi incontri per testimoniare il proprio percorso di rinascita. Nel frattempo la procura di Torino sta indagando sulle minacce («Ti spezzo le gambe» e altre) che il giocatore sostiene di aver ricevuto.
DATE E PATTO. I legali di Tonali, che lunedì incontreranno di nuovo Chiné, accetterebbero un anno di squalifica più ulteriori mesi di iniziative in stile Fagioli, ma la trattativa con Chiné potrebbe chiudersi con uno stop di 13-14 mesi. Dopodiché la decisione andrebbe subito comunicata all’Uefa, perché Tonali ha violato le regole italiane ma oggi gioca in Premier. Nel caso che coinvolse l’ex ds della Juve, Paratici (30 mesi per le plusvalenze), ci vollero quasi 2 mesi con la sentenza della Corte d’Appello il 20 gennaio e l’estensione in ambito internazionale dell’inibizione arrivata solo il 29 marzo. Se accadesse anche a Tonali, il centrocampista potrebbe giocare diverse partite con il Newcastle dopo il patteggiamento.
ZANIOLO. Ancora più in alto mare la situazione legata a Zaniolo, che nelle prossime ore potrebbe essere ascoltato dalle procure. L’ex romanista sta già sostenendo da giorni di aver scommesso solo su poker e blackjack e mai sulle partite di calcio. Se fosse vero, pagherebbe solo una multa per le ricadute penali delle sue azioni con stralciamento della sua posizione in ambito sportivo. Se fosse vero il contrario, la procura federale potrebbe invece usare il pugno duro per la mancata collaborazione