Totti: «Dette cose false su di me. Spalletti cerca il litigio»

Tra qualche giorno nelle sale cinematografiche uscirà il documento-film di Francesco Totti. L’ex capitano della Roma, intervistato da “Vanity Fair”, si è raccontato e ha parlato anche di alcuni episodi della sua carriera:

«Per me, oltre i figli e la famiglia, è importante la parola data. Non sono necessarie firme, contratti o avvocati, basta una stretta di mano. Certe cose me le hanno insegnate fin da quando ero bambino e io a certe cose credo ancora».

In passato Totti ne ha sentite di tutti i tipi sul suo conto e questo gli ha fatto male: «Mi ha fatto soffrire sentire cose false sul mio conto. C’erano momenti in cui per smentire le bugie che raccontavano sui giornali, in radio o in tv, sarei andato in guerra. Sono un permaloso. Come dicono a Roma, un rosicone.  Soprattutto quando sei giovane, i soldi ti cambiano totalmente la vita. Cominci a pensare in grande e trovare una misura è complesso. Il primo assegno cospicuo lo ricevetti di venerdì: troppo tardi per poterlo cambiare in banca. Lo covammo in famiglia, come un uovo, fino al lunedì mattina. Io decidevo la campagna acquisti della Roma e la formazione?Tutte cazzate. Non c’è un solo compagno o allenatore tra i tantissimi che ho conosciuto che possa dirmi in faccia: “Hai deciso, hai chiesto, hai preteso”. Camminerò sempre a testa alta perché mi sono allenato sul campo e non ho mai detto “fai giocare questo o fai giocare quello”. Non ho mai chiesto niente, a parte di poter vincere. È vero, volevo. Volevo giocatori forti come Buffon, Thuram e Cannavaro perché non avevo nessuna voglia di fare il bamboccio mentre gli altri festeggiavano. Qual è la colpa? Dov’è?».

In chiusura l’ex numero 10 giallorosso parla del suo rapporto con Spalletti: «Più mi impegnavo, più lui cercava la rottura, la provocazione, il litigio o il pretesto. Capii in fretta che in quelle condizioni proseguire sarebbe stato impossibile. Così, per la prima volta in 25 anni di Roma, tra gennaio e febbraio, mollai». Dopo aver rischiato lo scontro fisico a Bergamo, ad oggi sulla possibilità di stringergli la mano, risponde: «Nel calcio si sbaglia, sbagliamo tutti. Diciamo che dovrei capire in che luna sto quel giorno, come mi sveglio, se sono di buon umore».