Torretta Cafè, Lipari: «Io tifoso del Palermo sin da bambino. Ritorno in A il ricordo più bello»

Il comico palermitano Roberto Lipari è stato ospite del secondo appuntamento di Torretta Cafè, un format del Palermo FC trasmesso su YouTube. Durante l’intervista, Lipari ha condiviso il suo forte legame con la città di Palermo, nonostante il lavoro lo porti spesso fuori. Ha parlato dell’inizio della sua carriera su Facebook, che gli ha permesso di mantenere un collegamento stretto con la sua città natale, e ha espresso il desiderio di continuare a vivere lì. Ha discusso anche della sua passione per il Palermo Calcio, nata in un contesto familiare poco incline al calcio e irrazionale per natura, sottolineando come le vittorie e le sconfitte della squadra influenzino il suo umore settimanale. Ha ricordato il ritorno in Serie A del Palermo dopo 37 anni come un momento memorabile e ha evidenziato la resilienza dei tifosi nonostante le difficoltà della squadra, tra cui cambi frequenti di presidente e periodi senza successi. Infine, ha condiviso un aneddoto su come ha cercato di portare sfortuna al Napoli con una maglia provocatoria e cannoli, mostrando il suo spirito scherzoso e superstizioso.

Ecco alcuni estratti:

Vivere a Palermo – «Ho difeso tantissimo il fatto di restare qui, il che è complicato lavorando spesso fuori. Ho avuto la fortuna di non dover per forza uscire per farmi vedere, ho iniziato su Facebook. E questo ha permesso di creare un collegamento. E questa cosa mi ha fatto pensare di poter restare a vivere qui in città. Il rischio grande quando stai troppo fuori è diventare immagine riflessa del palermitano, io invece no. Cerco sempre di portare l’immagine del palermitano attuale. Per me Palermo è la città più bella del mondo, qui c’è la mia famiglia».

L’amore per il Palermo – «Com’è nato l’amore per il Palermo? Sono cresciuto in un ambiente familiare non frequentante il calcio. La mia passione è nata del tutto illogica. Tutto ciò che è tifo è illogico, io da tifoso non riesco mai ad essere obiettivo quando parlo del Palermo. Quando il Palermo vince il sabato, la settimana per me è più bella. Se perde ho sempre il retro-pensiero brutto. Quindi il Palermo per me incide sul mio umore. Inizio a seguire il Palermo a 7 anni, nel ’98. Ricordo legato al Palermo? Il primo ricordo bello è il ritorno in A dopo 37 anni. Non ero abbonato, ho cominciato ad andare allo stadio quando ho potuto pagarmelo da solo. Quel giorno sono andato fuori dallo stadio, insieme ad altri tifosi. Un ricordo bellissimo di Serie A».

Esclusione? «È stato un periodo terribile. Ogni giorno avevamo un presidente diverso. C’era il timore che ci si disinnamorasse, poi qualche anno dopo c’è stato Baldini e grande entusiasmo. Abbiamo toccato livelli pazzeschi. Palermo ha dimostrato che la squadra potrebbe giocare anche a calcio a 5 ma la gente tiferà sempre. L’aver fatto il record di abbonati in D ha riacceso i riflettori su Palermo. Lì mi chiamarono quelli del calcio per fare i collegamenti, è stata un’esperienza bellissima. Faceva strano sentire parlare del Palermo in D tra le squadre di Serie A».

«La serata dei campioni? C’era lo stadio stracolmo. La cosa che mi affascina sempre è che lo sport è fatto di classifica, ma quella presentazione andava al di là del campionato e delle classifiche. Il Palermo è una società che non ha mai vinto trofei, non ha mai fatto un vanto della classifica ma della passione dei suoi tifosi. Le storie più interessanti nella vita non hanno bisogno di un risultato. Nessuno di quei campioni era lì per la passerella, ma per amore della piazza».

«Schillaci? In quella partita ci siamo conosciuti, poi mi invitò a giocare nei suoi campi di scuola calcio. Io quello che dico sempre di Schillaci è che era la semplicità fatta persona. Lui ha mantenuto una grande semplicità sempre. Io sono nato a settembre del ’90 e quando lo dico la gente mi dice sempre “Ti sei perso Schillaci”. Schillaci era un evento».

Napoli-Palermo – «A Napoli abbiamo voluto sfidare l’impossibile. È nato il gioco di andare a Napoli e sfidarli nella scaramanzia. Sono andato lì con la maglia “Complimenti per la vittoria” facendo a tutti i Napoletani i complimenti. In quell’occasione ho portato a Napoli 5 cannoli e ho portato sfortuna alla squadra».

«L’augurio che do al Palermo, da tifoso auguro mille cose positive. Io non vedo l’ora di non aver più bisogno di scaramanzia e vincere le partite».