Torna libero Saadi, il figlio di Gheddafi. Il clan rivuole il potere
L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla scarcerazione di Saadi, figlio di Gheddafi.
In Libia la ruota della storia sembra girare al contrario. Quello che molti prevedevano alla fine si sta avverando: per gli eredi di Muhammar Gheddafi non rimarrà soltanto il rimpianto, ci sarà un ritorno. Domenica il governo di Tripoli ha rimesso in libertà Saadi Gheddafi, il terzo figlio del colonnello che governò sul paese per 41 anni. Saadi è il figlio che provò a fare il calciatore in Italia, e che anche grazie alle relazioni di papà con il premier italiano Silvio Berlusconi, riuscì a indossare la maglia di Perugia, Udinese e Sampdoria. Un giocatore di bassa qualità, ma super- rispettato: fu bloccato dall’antidoping al Perugia, ma cambiò squadra due volte e continuò ad aggirarsi nel calcio italiano per mesi. Anche in qualità di azionista di Juventus e Roma, attraverso una finanziaria.
Saadi era in carcere a Tripoli dal 2014, quando era stato bloccato da un gruppo di miliziani mentre provava a fuggire in Niger. Con lui domenica sono stati liberati altri dirigenti gheddafiani, fra cui il colonnello Ahmed Ramadan, ex capo di gabinetto. L’uomo era soprannominato la “scatola nera” del colonnello: di sicuro ricorda ancora tutti i segreti degli anni di governo del vecchio leader. Il tutto avviene a poco più di un mese (30 luglio) dall’intervista al New York Times dell’altro figlio di Gheddafi, quel Saif el Islam che doveva diventare il suo erede politico. Saif lo ha detto chiaramente, si prepara a tornare in politica in vista delle elezioni del 24 dicembre.