L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caso scommesse e in particolar modo su Tonali.
Sandro Tonali patteggerà con la Procura federale una sanzione in tempi sprint: l’ipotesi più probabile è che si possa arrivare a un accordo prima della sfida di Champions League di mercoledì fra Newcastle e Borussia Dortmund. Anche per evitare imbarazzi e finire in una sorta di limbo con un calciatore che ha di fatto ammesso tutte le sue responsabilità, incappando nel reato sportivo di violazione del divieto di scommesse sul calcio, e una squadra che in termini formali potrebbe ugualmente schierarlo in campo. Difficile pronosticare l’entità della pena sportiva. Di certo, un patteggiamento con le stesse modalità di Nicolò Fagioli, i 7 mesi senza partite e i 5 di “prescrizioni” sia sull’adesione a un piano terapeutico sia a una campagna per spiegare ai giovani i pericoli della ludopatia, non è possibile.
Più probabile che la squalifica vera e propria sia di un anno (o poco più) magari con delle prescrizioni più robuste. I tempi saranno veloci. È chiaro che questa giustizia sprint in qualche modo espone le conclusioni «sportive» alla possibilità che il quadro penale si possa aggravare. Ma è un rischio che si è scelto di correre e comunque l’esistenza di eventuali nuove prove, lo abbiamo già visto nel caso plusvalenze, potrebbe comunque portare a una riapertura del fascicolo. La scelta della procura, evidentemente condivisa con la Federcalcio (non dimentichiamo che ci deve essere un via libera di Gravina con quello del procuratore generale dello sport presso il Coni) ha una doppia valenza: assicurare l’afflittività, sempre nell’ottica del recupero del calciatore; evitare una dilatazione di tempi che avrebbe portato la vicenda ad una quasi paradossale attesa, con un giocatore magari ufficialmente disponibile ma con la squalifica già praticamente addosso.
C ertificazione Ma che cos’ha detto il calciatore protagonista del trasferimento record del mercato delle italiane la scorsa estate? La sua sarebbe stata una confessione senza reticenze e omissis e soprattutto i contenuti dei due interrogatori alla Procura federale e a quella di Torino risultano sovrapponibili e senza contraddizioni. Tonali ha ammesso di aver giocato, di aver giocato sul calcio e di aver giocato sul Milan, e probabilmente anche sul Brescia ai tempi in cui militava nel club biancazzurro. Ma sempre a vincere: se così non fosse si sarebbe subito aperto il capitolo dell’illecito, sportivo e penale, e a quel punto altro che patteggiamento con un anno di squalifica. In ogni caso, il suo problema non è nato ieri. Lo si evince anche dalla certificazione medica con cui si è presentato domenica scorsa all’interrogatorio con il procuratore Figc Giuseppe Chinè. La sua ludopatia è dunque conclamata, come nel caso di Fagioli. È probabile quindi, per non dire certo, che della pena sportiva faccia parte la disponibilità a rispettare un percorso terapeutico già definito.