Il tifoso rosanero che al termine della gara tra Roma e Palermo è stato accompagnato a casa da mister Spalletti ha mandato una lettera al quotidiano “L’Avvenire”. Il Sig. Ferro ha raccontato al giornale cattolico quanto accaduto quella sera: “Gentile direttore, le scrivo per segnalare un bel gesto di generosità per così dire feriale, ordinaria, compiuto da una persona famosa, l’allenatore della Roma, Luciano Spalletti. Domenica notte, dopo aver assistito alla vittoriosa partita di calcio dei giallorossi contro il Palermo, mio figlio Antonio e la sua ragazza, non molto pratici dei mezzi pubblici romani, si erano venuti trovare da tutt’altra parte rispetto alla zona dove alloggiavano. Confusi, hanno chiesto all’autista di una macchina ferma al semaforo (giustamente titubante visto l’orario), indicazioni sugli autobus. Ma d’un tratto, da dentro l’abitacolo, una voce li ha invitati. ‘Dai montate su, vi ci si accompagna noi’. Entrati in macchina, il dialogo è ripreso. Intuendo dall’inflessione verbale la provenienza sicula dei due giovani, il passeggero già a bordo chiedeva loro: ‘Tifate Palermo?’. Mio figlio, romanista da sempre, ha risposto: ‘No… ma… Mister, è proprio lei?’. Superfluo dire lo stupore e la meraviglia… Erano in auto con Spalletti! Che li ha accompagnati non lontano dalla casa dove avevano alloggio, e non li ha congedati senza prima assicurarsi che avessero i soldi necessari per proseguire con altri mezzi – si legge – Questi i fatti. Dopo aver appreso da mio figlio, ancora in estasi, quanto gli era accaduto, ho tanto invidiato il buon Luciano. Non certo per il suo status di successo, ma per la generosità e l’umanità dimostrate. Un piccolo, piccolissimo esempio di come si può applicare, ai giorni nostri, anche solo con due ragazzi un po’ smarriti in una città che non conoscono bene, la parabola del Buon Samaritano. Mister…o della fede. Stavolta giallorossa. Giuseppe Ferro, Siracusa