L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul caso scommesse e le chat trovate nel cellulare di Fagioli.
In alcuni casi è chiaro il profilo della patologia. È quello che è accaduto a Fagioli: il centrocampista della Juventus ha giocato cifre importantissime negli ultimi diciotto mesi, si parla di centinaia di migliaia di euro. Nulla però che possa fare pensare ad alterazione di risultati: piazzava biglietti come un qualsiasi scommettitore.
A lui la Polizia arriva per caso: indagando su un’agenzia Eurobet di Torino che teneva una “contabilità” parallela per le giocate sui server illegali, è spuntato il nome di Fagioli. Siamo in estate. E la procura di Torino, che iscrive Fagioli per il reato che punisce chi scommette su piattaforme abusive (una vicenda che si chiude con un’ammenda fino a 516 euro) invia tutti gli atti anche alla Federcalcio e qui si arriva al vero punto dolente. Fagioli ammette tutto e si autodenuncia. E consegna il suo cellulare.
Questo è il momento in cui cominciano i problemi per gli altri colleghi: agli atti ci sono delle chat con una serie di compagni in cui si parla esplicitamente di scommesse. Sono una decina: c’è un compagno della Juve di seconda fascia. E ci sono due ragazzi con cui ha condiviso la nazionale: Tonali e Zaniolo appunto. Non c’è la prova che i due abbiano scommesso, ma i messaggi sembrano inequivocabili: Tonali avrebbe giocato su worldgame365.me e Zaniolo su Evoz9.fx-gaming.net, entrambe illegali.
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