Bruno Tedino, tecnico del Palermo, è intervenuto questa mattina in conferenza stampa alla vigilia della partenza per Novara. Il tecnico rosanero ha parlato della sfida contro i piemontesi, del “caso nazionali”, del problema legato agli infortuni e non solo. Ecco tutte le parole raccolte dalla redazione di Ilovepalermocalcio:
NAZIONALI: «Da parte mia sembra un discorso di parte, la cosa che mi rattrista un po’ non è tanto il regolamento. Io devo trovare soluzioni, non fare regolamenti. Quando andranno via i nazionali dovrò essere bravo con lo staff per far restare la squadra in piedi. Nel nostro mondo c’è poca obiettività. Il fatto che nessuno dica che è obiettivamente è una situazione grottesca. Fermano la Serie D per il Viareggio ad esempio. Io devo trovare delle soluzioni che permettano al gruppo di avere un’ossatura e cercare in tutte le maniere di trovare equilibrio anche in una situazione difficile».
NOVARA: «L’allenatore del Novara è un ’64 come me. L’ho sfidato in Primavera 2002/2003, una Primavera di Di Carlo che fece molto bene, aveva anche Rigoni. Poi giocammo io con la Pistoiese, lui con il Mantova. Sono state due partite molto belle. Di Carlo è molto capace e molto bravo. Alla squadra ha dato intensità lavorativa ed energia. Senza nulla togliere a Corini. Sono due allenatori diversi con grandi qualità. Noi all’andata eravamo una squadra in definizione con delle lacune evidenti. All’andata abbiamo vinto con Pro Vercelli e Perugia senza essere convincenti. Al ritorno abbiamo invece perso. Adesso abbiamo una identità più marcata rispetto a prima».
ASSENZE: «Anche se dovessimo andare a Novara in 8 non mi abbatterei lo stesso. Sono uno abituato ad affrontare difficoltà, se non le affronti hai il rammarico di non averci provato. È normale che perdere giocatori importanti dia fastidio. Perdere contemporaneamente Bellusci, Aleesami e Rajkovic dà fastidio. Quando trovi la miscela giusta per far quello che vuoi fare e poi ti tolgono determinati ingredienti dà fastidio. Ci sono squadre che giocano un calcio stratosferico come il Napoli. È una squadra che ha trovato la miscela giusta, difficilmente hanno 5-6 giocatori fuori. Anche se entra uno più forte non è detto che sia proficuo per la squadra».
TERZA VITTORIA DI FILA: «Alcune volte si pensa che il Palermo sia la Juventus della B. Noi abbiamo dentro una grandissima possibilità di andare in A direttamente. Se abbiamo determinate cose dobbiamo metterle in campo, come se giocassimo con Real e Barcellona. Abbiamo superato difficoltà con due vittorie contro Ascoli e Frosinone, sono importanti. Abbiamo mezzi importanti per arrivare fino in fondo. Adesso La Gumina è determinante per noi. È in continua evoluzione. È un grandissimo giocatore, ma l’anno scorso ha fatto un gol. Vogliamo vincere il campionato, ma i numeri sono importanti. Ci sono squadre che hanno attaccanti che hanno fatto molti gol. Anche noi sappiamo i meriti degli avversari, così come sappiamo i nostri».
PROMOZIONE: «Il Palermo da sempre ha cercato in maniera ambiziosa di vincere il campionato. Ma noi non siamo una squadra di un altro pianeta e le altre di bambini dell’asilo. Le altre si nascondono, sto dicendo questo perché mi fa sorridere un articolo che ho letto qualche giorno fa».
MERCATO IN VISTA DELLE NAZIONALI: «A gennaio ci abbiamo pensato sia io che Lupo. Nel girone d’andata abbiamo fatto molto bene, prendere altri giocatori avrebbe creato i presupposti per una non sana competizione. Chi era qui poteva vedersi scavalcato. Si sono fatti male Morganella, Aleesami, Rolando, Rajkovic. Queste sono cose che non si possono programmare. Ci siamo fidati di un gruppo che aveva fatto un grandissimo percorso».
COSA CAMBIA RISPETTO ALL’ANDATA: «Intanto il campo. Lì il pallone diventa una pallina magica che cambia direzione, loro saranno abituati e noi un po’ meno. Dal punto di vista tecnico adesso hanno dei giocatori diversi davanti: Sansone, Puscas e Da Cruz. Sono una squadra più sostanziosa e giocare in quel campo agevola caratteristiche di velocità. Noi nei sintetici abbiamo avuto sempre difficoltà».
SCELTE: «Moreo sta proseguendo bene un percorso per ricevere un po’ di linfa. È un giocatore secondo noi molto importante, può farci far salto di qualità. Io voglio spendere parole per Murawski e Chochev che sono vicini ai miei principi di giochi. Arriverà anche il loro turno, meriterebbero di giocare ma non possono farlo in certi ruoli».
ROLANDO: «Sta bene. È come dire che uno viene da una febbre e dici “Cavolo stai bene!”. Ha giocato poco. Gabriele è un giocatore su cui puntiamo, lui è un ala e si sta sforzando per fare il quinto. È un giocatore ritrovato, ha bisogno di continuità».
ESPERIENZA PERSONALE A NOVARA: «Sono passati 20 anni da quando ero lì. Fu una stagione tribolata. Mi ricordo il dottor La Rocca. Fu una situazione difficile, cambi di proprietà e cambi di giocatori. È stata un’esperienza difficile, ma è stata positiva perché mi ha creato anticorpi. A livello dirigenziale c’era una situazione complicata. Dopo dicembre abbiamo avuto situazione complicata. Con la gente ho avuto un grande rapporto, li ricordo con piacere».
INFORTUNIO BELLUSCI: «La sfortuna non esiste. Esiste un qualche fattore traumatico, come accaduto a Morganella, Chochev e Ingegneri. Gli infortuni muscolari sono cose diverse. Ci sono situazioni in cui bisogna stare attenti. Dal punto di vista muscolare era molto che non succedeva niente. Quello di Aleesami è stato diverso, ma sono più o meno dello stesso tipo. Siamo sempre di fronte ad un dilemma, se gestisci più ti alleni e viceversa. Bisogna usare il bilancino cercando di essere bravo a limitare problematiche muscolari».