Bruno Tedino, tecnico del Palermo, è intervenuto in sala stampa alla vigilia della trasferta di Foggia. L’allenatore rosanero ha parlato della scorsa partita contro l’Empoli, di quella di domani e tanto altro. Ecco tutte le dichiarazioni raccolte dalla redazione di Ilovepalermocalcio:
EMPOLI: «Quello che conta alla fine è il risultato. Se avessimo vinto 3-2 avremmo parlato di altro. È stata una prestazione buonissima per 20-25 minuti, meritavamo di fare i tre punti. Credo però che non possiamo fare dietrologia, abbiamo pagato a caro prezzo un lavoro non buono per due settimane. Il risultato con l’Empoli lascia l’amaro in bocca, perché non si ha più il 100% dell’entusiasmo che avevi prima. L’importante è reagire da squadra, cosa che già i ragazzi hanno fatto. Dobbiamo essere tutti bravi ad essere razionali, a capire che abbiamo fatto di tutto ma non siamo riusciti a vincere un po’ per demeriti, un po’ perché giocavamo contro una squadra forte. 20 minuti in quel modo sono pochi, 100 sono troppi. Dobbiamo lavorare, il primo passo è stato fatto. Siamo stati propositivi, adesso dobbiamo consolidarci. Sono convinto che abbiamo i mezzi per migliorare. Negli ultimi 15 giorni abbiamo avuto degli intralci che ci hanno dato qualche problema, ma non è un alibi. Dobbiamo recuperare tutti e vedere chi sta meglio».
POSAVEC: «Una volta chiedevano di chi è la colpa e tutti dicevano “di Andreotti”. Se mi accorgessi che c’è un giocatore che non è in grado di giocare non lo metterei. Non mi piace perdere le partite. Io mi ritengo un uomo con la U maiscola. Nessuno mi influenza sulle scelte. Posavec è un portiere forte, noi non gli abbiamo fatto nessun appunto. Ha fatto due interventi importanti e non ne ha parlato nessuno. Non capisco questo accanimento. Quello che è successo lo scorso anno adesso non conta. Non si perde mai per colpa di uno, ma per colpa della squadra. Josip in gruppo è considerato come Pomini e Maniero».
FOGGIA: «La serie B è un campionato diverso da A e Lega Pro. Il Foggia negli ultimi campionati ha fatto benissimo. È una squadra che è stata creata da De Zerbi. È una squadra che non butta mai via la palla, fa molto possesso. In serie C era una squadra impossibile da battere. Tante squadre che sono venute dalla Lega Pro hanno fatto doppio salto, grazie alla continuità. Fanno un bel calcio. Hanno perso una partita pesante, adesso hanno voglia di rivalsa. Avranno tanti tifosi al seguito. Era meglio affrontarli dopo due vittorie. Sarà una gara difficile. Foggia imbattuto in casa? In Serie C era una squadra di grande qualità. Vengono da una situazione difficile, hanno una buona squadra e un bravo allenatore. Io sto sempre molto attento, sappiamo a cosa andiamo incontro. Dobbiamo cercare di vincere la partita».
TRIDENTE: «Piacerebbe giocare sempre con tutti i giocatori di talento. Tutti devono dare più disponibilità in fase di non possesso. Molto probabilmente giocheremo con il tridente».
SERIE B: «Secondo me il Frosinone è la squadra più forte, l’anno scorso sono stati sfortunati. Il Carpi è una sorpresa, hanno cambiato ma sono una buona squadra. Le squadre di punta sono tutte in alto in classifica, ma dobbiamo aspettare le prime 7-8 partite».
GNAHORÉ «L’ho visto bene in settimana. E’ un giocatore importante e di prospettiva, ama fare la mezzala. Ma nel calcio di oggi non ci sono ruoli fissi, bisogna saper fare tutto. Secondo me lui può diventare universale, è bravo ad inserirsi. E’ in ottima condizione».
NAZIONALI: «Alibi? Ho fatto per due anni il ct della nazionale. So come funzionano le cose. I giocatori che vanno in Nazionale sono spesso disturbati. È un discorso pesante. È stata più difficile la scorsa settimana che quella ancora prima. Nel momento in cui sai che hai sulla carta una grande macchina, ma accanto ne hai una straordinaria vuoi provare la seconda. Come fai a sapere chi sta meglio e chi sta peggio? Come dico a Nestorovski “tu stai giù”?. Ci hanno messo in difficoltà, però adesso dobbiamo dire basta. Ci è valsa come esperienza».
ANCORA SUL FOGGIA: «Sono convinto che è molto forte. A Pescara a fine primo tempo potevano stare 4-1. È una squadra molto forte».
CORONADO: «Nessuno di noi è invidioso del suo rendimento. Sta lavorando molto per la squadra, bisogna sottolinearlo. Se giocherà sottotono vuol dire che non è intelligente, ma è una cosa che non accadrà. Sono sicuro che il suo impegno sarà molto alto».
ATTACCANTI: «Un attaccante che fa gol aggiunge qualcosa in più alla sua disponibilità lavorativa. Io vedo dei ragazzi che lavorano molto, ci manca poco per rendere al massimo. È questione di tempo. Il calcio per me parte dall’attacco, è determinante per una squadra. Chi ha segnato ha dato un segnale importante».
TURNOVER: «No. Dopo le prossime tre partite avremo un’analisi corretta di quello che sta succedendo. Le persone sono gradite allo stadio, se vengono ci fanno una mano. Questa è una città che tiene molto al Palermo».
ESTERNI: «Morganella, Rispoli, Aleesami e Rolando sono giocatori diversi. Due offensivi, due più difensivi. Vogliamo avere ampiezza nel gioco e sfruttare i laterali. In questo momento stanno facendo tutti bene. Abbiamo tante partite in pochi giorni. Sono felice del loro rendimento. Andrea domenica poteva gestire meglio qualche pallone, ma ha fatto molto bene. Deve migliorare e chiudere qualche pallone in più, Aleesami forse è un po’ più completo. Entrambi possono fare di più».
ANCORA SU POSAVEC: «Anche gli altri giovani che ho allenato (Meret, Scuffet e Donnarunma) hanno fatto errori. Io sono sereno nella sua valutazione. Ha dimostrato di essere un buon portiere, ne siamo convinti. Se per 4-5 partite fa errori è normale che valuteremo il da farsi. Pomini e Maniero sono molto bravi, ma noi siamo sereni nelle valutazioni. Ieri in una trasmissione criticavano Dybala. Gli errori sono normali, non basta una partita a cambiare la valutazione di un giocatore. Nestorovski sabato ha fatto una brutta prestazione. Noi dobbiamo fare le valutazioni senza farci influenzare da nessuno, monitoriamo tutto giorno per giorno».
STROPPA: «Non credo sia un discorso di ultima spiaggia, sanno che è un allenatore bravo. È una partita molto difficile».
COSA MANCA: «Oleare l’ingranaggio, la continuità nella prestazione e sapere che nella partita ci sono tanti momenti. Per diventare una squadra con la S maiuscola ci manca questo».