Tavecchio: «Situazione gravissima, il calcio è stato discriminato»
Intervenuto ai microfoni di “Radio Punto Nuovo”, Carlo Tavecchio, ex Presidente FIGC, ha commentato così il nuovo DPCM che ha (ri)dato il via agli allenamenti individuali, ma non a quelli di squadra: «Non credo sia normale che un giocatore può andare a correre al parco e non al centro sportivo. Ho letto il protocollo che ho considerato maniacale perché è impossibile attuarlo senza spendere parecchi soldi e con restrizioni incredibili . Se neppure questo va bene, non ho idea di come si possa ripartire. Credo che si approfitterà della situazione internazionale per non fa ripartire i campionati, certamente c’è una discriminazione dei calciatori. Secondo me il nodo è il fatto che il nostro sia un sistema che sta arrivando economicamente parlando ad una resa dei conti. E’ una cosa di una tale gravità che forse nessuno l’ha capito. Immaginiamo che i diritti televisivi non vengano rispettati, tutti gli utenti che pagano il canone e non hanno servizi apriranno un contenzioso. Le società che hanno anticipato i diritti, si troveranno in conflitto con le finanziarie ed insorgeranno tantissimi problemi. La Federazione è intervenuta, mi senza risultati, e il CONI non mi sembra da parte della FIGC. Perché? Ho fatto il presidente federale per un po’, sono stato più volte ai consigli del CONI e di 44 Federazioni, eravamo 43 contro 1. Ho dovuto fare carte false – ha ammesso -, cercare sponsorizzazioni, tutte una serie di cose per mantenere in piedi la Federazione che non ha mai avuto nessun ausilio dal CONI pur sapendo che il miglior contribuente è il calcio. Bisognerebbe capire cosa vuol dire ricominciare: se abbiamo problemi per iniziare con il 2% di professionisti super protetti, il restante 98% di dilettanti non cominceranno mai, bisognerà aspettare un vaccino se e quando ci sarà».