Balotelli al Nizza, Ciofani al Frosinone, Galabinov al Novara, Cassano (seppur da fuori rosa) resta a Genova, sponda blucerchiata. E Bergessio, l’ultima paradossale speranza per tutti i tifosi rosanero, ha scelto oggi di non vestire la maglia della squadra che per tanti anni ha rappresentato l’acerrima rivale del “suo” Catania: decisione, questa, che in un mondo sportivo dominato troppo spesso dagli interessi economici deve per forza essere rispettata da chiunque si senta attaccato ad una specifica fede calcistica, ma che in questo momento non fa che lasciarsi dietro una scia di ombra sulla sessione di calciomercato appena conclusa dal Palermo e in particolare sul reparto avanzato della squadra.
Come ormai accade da qualche anno a questa parte, infatti, il mercato estivo dei siciliani si è concluso con la delusione della maggior parte dei tifosi, che contestano al presidente Zamparini di non volere investire nella squadra: certo, la disponibilità economica non è più quella di qualche anno fa, ma dati alla mano anche il Crotone ed il Pescara sembrano aver lavorato più e meglio dei rosa, e con un fatturato minore. Il malcontento più grande arriva se si guarda il reparto offensivo, cruccio ormai da tempo dei supporters del Palermo: dalla rabbia dovuta alla cessione di Gilardino in poi, i tifosi non hanno fatto altro che sperare in una punta di valore che, oltre al solo Nestorovski, potesse finalizzare le azioni della squadra: i giorni sono passati, il tempo ha continuato a ridursi e alla fine non è successo niente, se si escludono le numerose suggestioni nate l’una dopo l’altra negli ultimi giorni e destinate a risolversi sempre in una bolla di sapone.
Eppure, rispetto agli altri anni la situazione appare ben diversa: oltre all’arrivo in extremis di Diamanti, gioia più grande per tutti i fedeli rosanero durante questa sessione di calciomercato, la rosa del Palermo può vantare in avanti Quaison, Trajkovski, Embalo, Lo Faso, Bentivegna, Sallai, Balogh e il già citato Nestorovski: in confronto al reparto offensivo degli ultimi anni il numero è più che raddoppiato. C’è però adesso il problema di creare coesione e di trovare i meccanismi giusti in un gruppo giovane e soprattutto senza esperienza in serie A, difetto questo che è apparso palese già dalle prime uscite di campionato, in cui il gioco dei rosa è apparso privo di idee in avanti.
Spazio dunque al malcontento, alla delusione e, per buona parte dei tifosi, alla certezza che il Palermo dovrà per forza di cose operare durante il calciomercato invernale, ammesso che non sia già spacciato. Critiche forse troppo avventate, ma dovute soprattutto alla rabbia perpetrata quando il nome importante tanto atteso in attacco non è arrivato. Nel calcio, si sa, l’obiettivo è fare gol e sono soprattutto gli attaccanti che riescono ad entrare per primi nel cuore dei supporters, soprattutto quando questi ultimi si aggrappano soltanto ai loro gol per scongiurare il fantasma della retrocessione. L’anno scorso è accaduto con Vazquez e Gilardino: oggi invece non si sa ancora a chi toccherà indossare il costume da supereroe. Se però c’è almeno una certezza, ribadita più volte da tutti i nuovi arrivati e anche dai più “anziani” del gruppo, è che questo ruolo proveranno ad impersonarlo tutti, a turno, con la speranza di evitare le sofferenze degli ultimi anni.
E Zamparini? A volte è stato costretto a ricredersi sul suo operato, altre volte i giovani su cui aveva in precedenza fortemente puntato hanno fatto il boom. Il patron e tutti i tifosi non possono fare a meno di augurarsi che vada così anche quest’anno, alla fine del quale probabilmente non ci sarà ancora il vulcanico presidente seduto nel posto più importante della società di Viale del Fante.