Parole, parole, parole…Non si tratta della storica canzone di Mina, bensì di quelle parole che si continuano a sentire in quel di viale del Fante da giocatori e non solo. La Ternana, il Bari, la partenza con l’handicap, la condizione fisica, il Covid, il mercato difficile a causa degli scarsi introiti: parole che mentre continuano a riecheggiare nella mente dei tifosi del Palermo stanno portando la squadra a disputare un campionato anonimo. Già, anonimo, perché il club rosanero è letteralmente impantanato tra il decimo e l’ottavo posto e proprio non riesce a uscirne. Diciamolo chiaramente, gli obiettivi ad inizio stagione erano palesemente altri e la frase secondo cui si è commesso un “errore di sottovalutazione” rispetto a Bari e Ternana, proprio non regge. Il problema, non sono ad oggi il Bari e la Ternana.
Il Palermo è il nemico di se stesso. La partita di oggi, è emblematica in questo senso: la Virtus Francavilla, in trasferta, è riuscita a rimontare una squadra che dovrebbe puntare alla Serie B. Non ce ne voglia la formazione guidata da Trocini, ma è imperdonabile per i rosanero farsi rimontare tra le mura amiche. È imperdonabile perché il Palermo, nella condizione in cui si trova, non può perdere tre punti in questa maniera. Si possono criticare i giocatori, si può persino criticare, legittimamente, Roberto Boscaglia, ma le colpe qui sono di altri. Spesso si è detto che questa squadra andava costruita meglio, che il mercato è stato fatto praticamente senza spendere un euro in cartellini, che forse, ci si poteva muovere meglio in estate visto il grosso vantaggio della promozione ottenuta a marzo. A questo punto però, tutte queste considerazioni, non solo appaiono corrette, ma cominciano anche ad assumere un certo peso.
Ci sono diverse domande che andrebbero poste ai vertici societari, ad esempio: davvero non serviva una punta esperta? Sia chiaro, non si tratta di addossare le colpe di una stagione fin qui mediocre agli elementi presenti in rosa. Si tratta piuttosto di confermare, qualora ce ne fosse ancora bisogno, i pensieri di molti che adesso invece si stanno trasformando in verità. Il Palermo attuale, senza troppi giri di parole e dati alla mano, non è in grado di puntare alla promozione in Serie B.
Il tempo per provare a salvare il salvabile ci sarebbe anche, ma l’attuale immobilismo della società sul fronte calciomercato (che sarà clamoroso laddove la società davvero non interverrà in entrata) lascia di stucco. Com’è possibile pensare che questa rosa non abbia bisogno di innesti? Come si può pensare di recuperare il gap con le prime provando a centrare la terza piazza? Forse sarebbe il caso di dire chiaramente che l’obiettivo è cambiato a stagione in corso o dire che si tratta di un anno di transizione. Perché il tifoso palermitano si è già scottato troppe volte in passato con false illusioni.
Gli alibi sono caduti, il tempo è maturo. Adesso servono risposte concrete.