L’avvocato italo-americano Joe Tacopina rilascia un’intervista a Futura Production nel corso di ‘Solo Chiacchiere’, tornando sui motivi che lo hanno spinto ad investire alle pendici dell’Etna ed il suo piano rilancio del Calcio Catania:
«Ciò di cui vado orgoglioso sono le mie origini siciliane. Sono cresciuto a Brooklyn, avevamo poca ricchezza e poco da mangiare ma ho mantenuto questo attaccamento alle mie radici, sono una persona onesta e ambiziosa. Mio padre, nato a Roma, mi ha esposto alla mentalità italiana in America, conservando questa passione per il calcio. Passione che, per l’italiano, è qualcosa che appartiene al tessuto della società. L’organizzazione del calcio è estremamente diversa in Italia rispetto all’America e mi rifaccio a questo tipo di organizzazione. Perchè ho scelto Catania? Qui c’è un potenziale che non è alto, bensì enorme. Vari fattori combinati mi hanno portato in Sicilia, un pò per la mia famiglia ma anche per il fatto che Catania è una delle città più importanti d’Italia e c’è una rete di sportivi e tifosi che non ha eguali in altre parti del Paese. L’altro fattore importante è la struttura di Torre del Grifo, un vero gioiello che porta capitali per squadra e città ma attrae anche giocatori importanti perchè strutture come queste in Italia non ce ne sono. Inoltre so bene come viene vissuto il calcio a Catania, ricordando l’esperienza dei 15mila allo stadio Olimpico di Roma che fu veramente un successo sugli spalti, al di là della sconfitta per 7-0 sul campo.
“Sono stato a Roma, Venezia e Bologna. Il progetto Catania fa parte del mio destino perchè torno in Sicilia, che è la mia casa, ma serve anche tempo per riemergere. Siamo in C e bisogna andare in A. E’ un piano a lungo termine, la società è al collasso dal punto di vista finanziario e necessita di essere ristrutturata. Ci vorranno probabilmente 4 o più anni per tornare in Serie A e disputare competizioni più importanti. Anche il Venezia aveva una situazione di bancarotta, però sono cose totalmente diverse. E’ come se comparassimo mele e pere. Base di tifosi molto più grande qui con una struttura come Torre del Grifo, la storia del Catania è molto più importante, il progetto molto più ambizioso. Ho già ottenuto due promozioni consecutive con lo stesso club e voglio ripetermi a Catania, spendendo tanti soldi ma non in maniera selvaggia, con oculatezza e dove realmente occorre. Effettuando interventi mirati nei prossimi 4-5 anni. Torre del Grifo è come un trampolino, porta nuovi flussi d’incasso ed è un asset fondamentale nel nostro progetto. Dobbiamo risanare la società e portarla a vincere. Portare il Calcio Catania dove merita con lo stadio attuale che diventerà all’altezza degli altri stadi in Italia sistemando le luci, i seggiolini ed apportando altre migliorie. Tra cinque anni, magari, costruiremo uno stadio nuovo.
Indicazioni sul mercato a Pellegrino? Ho parlato con la squadra, sono dei buoni calciatori e giocano con carattere. L’obiettivo per la prossima stagione è la promozione in B, ma ci proveremo già adesso attraverso i play off. Mi sono confrontato con Pellegrino e l’allenatore che è ottimo, abbiamo delle idee, dei piani che non possiamo subito mettere in pratica attendendo il closing. Per adesso utilizzo un mio network con altre società in Italia come relazioni personali. Tutto diventerà concreto dopo l’acquisizione. Ogni mattina mi sveglio e voglio vincere qualcosa, anche in un videogioco. Fa parte di me. C’è molto potenziale in questa squadra. Scudetto? Quando ne parlai non era una fake news. Noi non siamo qui per sopravvivere, il progetto ha un respiro molto più ampio e ci stiamo lavorando. Lotterò come un leone, in Serie A vorremmo avere un team che possa partecipare alle coppe europee, una squadra competitiva. Non è tanto il discorso di promettere di vincere o non vincere lo scudetto, di certo prometto ai tifosi che saranno orgogliosi della squadra».