Tacopina e l’Italia: «Se Jorginho avesse segnato quel rigore saremmo ai Mondiali, quando ci penso divento matto»

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” ha riportato un’intervista a Joe Tacopina il quale si è espresso su vari temi, soprattutto sulla mancata qualificazione diretta dell’Italia al Qatar 2022.

Chi vince tra Bologna e Venezia? Joe Tacopina non ci pensa su troppo a lungo: «Tifo entrambe. Diciamo pari. Faccio il diplomatico». Doppio ex da presidente, prima a Bologna e poi a Venezia, anche Tacopina ha imparato a usare le parole con la giusta delicatezza. «Sono posti del mio cuore, penso che sarà una partita bella». Pure se poi, tra un sorriso e una battuta, non la smette mai di ricordarci che a lui «piace vincere». Ci arriverà anche col suo nuovo progetto, quello della Spal, di cui è diventato presidente. «Non voglio che ci siano aspettative per questo anno, il mio progetto per la Spal è riavviare tutto. Bisogna ripartire da zero». E’ atterrato a Milano da poche ore, ma è già in ufficio a Ferrara perché cose da fare ce ne sono sempre. Tacopina non cambia mai: era così anche quando stava sotto le due torri o nelle lunghe notti in laguna. «Le cose da fare sono sempre tante, non c’è mai abbastanza tempo. Ma faccio sempre del mio meglio».

Invece il tempo del Bologna per l’Europa?
«Per l’Europa ci sono squadre come Juventus, Fiorentina, Roma. La Serie A è difficile, lo sappiamo. Davanti ci sono grandi squadre ma chi lo sa. Dico: mai dire mai».

Si aspettava questo inizio di stagione dei rossoblù?
«Sono molto orgoglioso di quello che ho fatto a Bologna, di essere stato uno dei presidenti della storia della società, di averla presa in B e averla portata in A da presidente. Mi aspettavo che il Bologna fosse già più alto di quanto è stato negli ultimi anni ma quello che conta è che adesso sembra che le cose stiano andando per il meglio per la squadra, e di questo sono molto contento, tengo molto alla gente di Bologna».

Ma lo sa che fra Ferrara e Bologna c’è poca sintonia?
«Sì, certo, so della rivalità, da tutte e due le parti. Io però adesso sono concentrato totalmente su Ferrara. Amo Bologna, amo la gente, sono ancora molto legato a tanti bolognesi, ricevo tante mail tutti i mesi, mi scrivono ancora grazie, grazie per tutto, è bello. Ma adesso io sono alla Spal, e penso alla Spal».

L’uomo della svolta è Mihajlovic?
«Mi piace perché è un duro, uno tosto, come allenatore e come persona. A me piacciono i duri. E’ uno che è uscito bene da tutte le difficoltà. Il Bologna è molto fortunato ad averlo come allenatore. E’ al top».

Pensa che Saputo abbia cambiato mentalità?
«Non ne ho idea, non ho più parlato con lui, non so se ha cambiato mentalità».

Però è arrivato Arnautovic, l’uomo della svolta.
«Penso di sì. Ecco: lui è un giocatore che mi ha davvero impressionato. Ho visto che sta segnando molto in A. Ma quanti anni ha? Trentadue? E’ buono, forte, 5 gol in 11 partite.Sta trascinando la squadra».

E del Venezia cosa dice?
«Sta facendo il campionato che deve fare. Anche quella è stata una grande esperienza per me, con grandi persone. Ma poi bisogna avere la forza di guardare a quello che si sta facendo, al presente. E per me adesso il presente è la Spal».

Proverete a centrare i play-off già quest’anno?
«Spero si possa competere per i playoff. Ma vedremo. Se guardi al nostro gioco contro il Monza, e contro il Parma, che l’anno scorso era in serie A, è assolutamente incredibile. Siamo fra le squadre che corrono di più in Europa. Miglioriamo gara dopo partita».

Pepito Rossi quando sarà pronto per quando?
«Lui è il mio grande progetto, abbiamo giocato un’amichevole nei giorni scorsi, ha giocato e ha fatto un gol bellissimo. Piano piano sarà pronto. Adesso sta bene, è completamente a posto, ma gli serve ancora un po’ di tempo. Sarà uno che fa la differenza, la sua qualità in B non ce l’ha nessuno».

L’ha vista l’Italia contro l’Irlanda?
«Sì, certo. Mi ricordo la partita di San Siro quando abbiamo perso la possibilità di andare in Russia e non voglio vederlo di nuovo. Noi siamo l’Italia, ci piace soffrire, abbiamo bisogno di soffrire, non sono preoccupato. Se Jorginho avesse segnato quel rigore saremmo ai Mondiali, quando ci penso divento matto».