Tacopina: «Amo la Sicilia e il Catania ma sono stanco di questa trattativa»
Joe Tacopina ha parlato ai microfoni di Italsportpress per fare chiarezza sulla trattativa che lo vede coinvolto con il Catania e la Sigi: «Attualmente il debito è di quasi 50 milioni di euro. Se la Sigi ha i soldi per andare avanti respinga la mia offerta e porti la squadra in Serie A. Ho passato un anno per questa trattativa e ho speso un milione di euro. Ribadisco che amo la Sicilia e il Catania ma sono stanco di questa lunga trattativa. Se Sigi avesse rispettato i patti io già sarei il nuovo presidente del Calcio Catania. Sugli investitori che si sono fatti da parte come ha scritto e detto qualcuno, rispondo che è una grande falsità. Confermo che io venerdì scorso, anche se non ero obbligato a farlo, ho dato alla Sigi l’evidenza fondi di un conto estero a dimostrazione che ho i soldi pronti.
In Sigi ci sono tante persone valide come Giavanni Ferraù, Gaetano Nicolosi e Angelo Maugeri. Loro mettono soldi mentre gli altri soci parlano solamente. Il termine del 26 aprile non era messo a caso perchè la riduzione del debito per essere formale necessita di un accordo di ristrutturazione, procedura concorsuale che ha bisogno di una approvazione del Tribunale e questo richiede del tempo ragion per cui la Sigi non poteva dare altra proroga oltre il 26 aprile. Non era possibile ottenere la riduzione del debito e nello stesso tempo l’accordo di ristrutturazione da parte del tribunale.
So che nel frattempo sarebbero scaduti i termini per l’iscrizione al prossimo campionato. So inoltre che i PA Covisoc richiesti per l’iscrizione sono parametrati all’asset della società, e quindi al patrimonio. Senza la riduzione del debito sarebbe stata una somma iperbolica da versare. Quindi ho detto a Sigi iscrivetevi al campionato poi io compro il club e vi pago tutto».