Super Segre e Soleri bis: il Palermo mostra le ali
Trama, colpi di scena e finale inaspettato. La stagione del Palermo è forse la cosa che più si avvicina a qualsiasi serie tv di carattere tragicomico. Chi segue da vicino i rosanero, tutto si può aspettare tranne che una gara semplice, tranquilla e lineare. Il Palermo di Corini sta mostrando la sua vera identità, partita dopo partita. Sicuramente la strada verso l’obiettivo sarà lunga e complessa, ma senza dubbio era di fondamentale importanza accantonare fin da subito la pesante batosta di Cittadella. Effettivamente la gara non è stata molto differente da quelle giocate prima della sosta, segnale che forse quanto di buono guadagnato, a livello di risultati, non è stato solo frutto del caso.
Di certo il Palermo fin qui ha un perno inamovibile su cui ripartire. Jacopo Segre corre, lotta, recupera palloni offre assist e segna, il classe 1997 sta mostrando di essere un calciatore di ben altra categoria e se qualche club di Serie A ha mostrato interesse nei suoi confronti di certo Jacopo sta dimostrando il perché. L’ex Torino ha tutte le caratteristiche del centrocampista moderno e la sua crescita esponenziale si spera non finisca qui.
Se da un lato, però, la crescita di Segre conferisce un segnale rassicurante, dall’altra alcuni allarmi continuano a suonare e sembrano destinati a non smettere. Sì, perché se è vero che i rosanero nelle ultime uscite sono stati in grado, Cittadella a parte, di mettere a referto la media di tre reti a partita, è allo stesso tempo tanto vero che è inconcepibile subirne almeno due a match e in alcuni casi a distanza di pochissimi minuti tra loro. La difesa rosanero, complice anche l’assenza del veterano Lucioni, continua vigorosamente a vacillare ed è fondamentale che mister Corini guarisca le ferite e trovi una soluzione. Non sempre nel calcio, e in alcune partite si è già verificato, si pesca bene dal cilindro. E se, questa volta, Edoardo Soleri ha saputo scacciare via un altro amaro finale e qualche voce di mercato di troppo, in questo sport non sempre il finale termina con “e vissero per sempre felici e contenti”. Segnale che sia giunta l’ora, non soltanto di vincere e di farlo con continuità, ma anche e soprattutto di imporsi con sicurezza, dominio e cercando di comunicare superiorità. Far ciò significherebbe smorzare qualsiasi momento favorevole degli avversari e forse è proprio ciò che è mancato fin qui ai rosanero.