Sudtirol verso il Sassuolo, Zaffaroni si presenta: «Dobbiamo lottare e non mollare di fronte alle difficoltà»

Il nuovo tecnico del Sudtirol, Marco Zaffaroni, ha svolto oggi, giovedì 7 novembre, la classica conferenza stampa di presentazione all’anti-vigilia della sfida contro il Sassuolo valevole per la tredicesima giornata di Serie B. Di seguito un estratto delle sue parole:

«Il primo impatto è stato molto positivo viste anche le strutture che ci sono. La prima è una settimana di lavoro che serve per conoscerci. Sono convinto che nel medio-lungo periodo questa squadra potrà togliersi delle soddisfazioni e centrare quello che è l’obiettivo della società. La squadra l’ho trovata bene, composta da ragazzi disponibili. Per conoscerci servirà un po’ di tempo, non bastano certamente due allenamenti. Ho visto voglia, determinazione ed è di buon auspicio. Abbiamo subito una partita contro una squadra importante come il Sassuolo e l’obiettivo primario per questa sfida è quello dell’atteggiamento. Dovremo essere una squadra che lotta, combatte per 95′, che non molla di fronte alle difficoltà e si esalta per le cose positive. Su possibilità novità tattiche ci vuole del tempo».

«La base sulla quale costruire qualsiasi ragionamento – continua Zaffaroni – è l’atteggiamento della squadra. Chi guarda il Südtirol dovrà vedere una squadra che al 95′ ha dato tutto. L’errore singolo o collettivo ci può stare, ma quello che non si deve mai vedere è lo scoramento. In Serie B di gare semplici non ci sono e il Sassuolo è una squadra forte senza alcun dubbio. L’aspetto principale, però, per me è preparare la gara durante la quale la squadra abbia un atteggiamento corretto. Il Sassuolo ha elementi importanti, ma l’obiettivo per noi deve essere di guardare noi stessi. Rispettando ovviamente l’avversario. Cosa rappresenta per me il Südtirol? Una grande occasione dove ci sono tutti i presupposti per lavorare al meglio».

La presentazione del nuovo tecnico biancorosso è stata introdotta da un intervento del direttore sportivo, Paolo Bravo, il quale spiega i motivi che hanno portato all’esonero di Federico Valente:

«Ho preso questa decisione perché ho avuto l’impressione che il DNA di quello che mi piacerebbe che nel Sudtirol venisse mantenuto, si stava perdendo. Ho sempre fatto scelte non guardando i punti: l’esonero di Zauli è arrivato a campionato non iniziato e quello di Bisoli in una situazione simile a quella attuale. Ho ragionato sul lungo periodo in quelle occasioni e l’ho fatto anche in questo caso. Il nostro DNA, quello che ci ha portato fino qua si stava disperdendo. Perché non ho atteso la sosta? Sicuramente mi sono cercato una difficoltà non aspettando la sosta del campionato. È una ulteriore responsabilità che mi sono sentito di addossarmi. Ma solo perché credo che avrebbe cambiato poco. Ho sempre fatto scelte in questi anni ‘coraggiose’. La scelta più conservativa forse è stata Bisoli, un elemento navigato della categoria. Quando abbiamo vinto la C avevo preso il tecnico della Pro Patria. Zauli aveva fatto della C la sua casa, mentre lo scorso anno ho scelto Valente internamente. La posizione del Sudtirol deve rimanere entro certi parametri, una certa logicità».