L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul riesame dell’indagine che riguarda lo stupro di Palermo.
Resta in carcere Christian Maronia, uno dei sette indagati per lo stupro di gruppo della ragazza violentata al Foro Italico il 7 luglio. Il tribunale del Riesame (presidente Raffaele Malizia) ha avuto bisogno di poche ore per rigettare la richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa. E quasi in contemporanea, nel primo pomeriggio, la diciannovenne vittima della violenza – che martedì è stata trasferita in una comunità protetta – postava su Instagram video e messaggi per rispondere a chi continua ancora ad attaccarla e a insinuare che lei avrebbe una “corresponsabilità” per lo stupro subito.
«Piuttosto che insegnare alle donne a non bere, non sorridere, non dare confidenza, non ballare, non indossare le minigonne, insegniamo agli uomini a non stuprare», è uno dei post che si aggiungono ad altre frasi del tipo: «Mi avete fatto sentire una merda. Però stavo pensando che se mi aveste davanti mi parlereste così. Mi dispiace solo per i vostri genitori che il rispetto per le donne e l’educazione non ve li hanno insegnati…
In un’aula del nuovo palazzo di giustizia, alle 9,30 di ieri, intanto iniziava l’udienza davanti al Riesame. Con un piccolo colpo a sorpresa: l’avvocato Alessandro Musso, che come legale aveva depositato la richiesta di scarcerazione e studiato la strategia difensiva in risposta all’ordine di custodia cautelare a carico di Maronia ha rinunciato al mandato perché «è venuto meno il rapporto di fiducia» con il suo assistito. Musso ha infatti appreso, poco prima dell’inizio dell’udienza. che la famiglia di Maronia aveva appena nominato un altro difensore – che però si è riservato di accettare la nomina.